21 Giugno: Farfalla di luce - June 21: Butterfly of light
A Monte Caprione nei
giorni del Solstizio d'Estate un raggio
di sole passando per un foro scolpito in una roccia disegnando una farfalla
chiamata “farfalla di luce”.
Ho raccolto alcuni articoli (Italiano& Inglese) foto e 1 video sulle ricerche attorno a
questo argomento
On Monte
Caprione in the days of the Summer Solstice a ray of sunlight passing through a
hole carved in a rock drawing a butterfly called "butterfly of
light."
Today you
will find some articles (Italiano & English) photos and 1 video on the research around this topic
Index
Italiano
Seminario di Archeoastronomia
L'Area Megalitica di San Lorenzo al Caprione (pdf)
La farfalla dorata, simbolo di Rigenerazione dopo la
Morte
Gli acquiferi
I seggi vulviformi
La stele spezzata
Il grande muro orientato
L’esedra
Il grande men-hir aniconico
La cosmogonia shamanica
San Lorenzo: un'osservatorio solare?
La farfalla dorata, simbolo di Rigenerazione dopo la
Morte
English
The mark
of Cassiopea costellation and gilded butterfly on the promontory of Caprione
Seminario
di Archeoastronomia
L'Area Megalitica di San Lorenzo al Caprione (http://www.paleoastronomia.com/)
Il “Quadrilithon”.
Il sito megalitico di San Lorenzo al Caprione giace a
poche decine di metri dai ruderi della chiesa di San Lorenzo al Caprione, sito
di archeoastronomia cristiana.
Nel sito megalitico di San Lorenzo al Caprione si trova
una delle più belle espressioni di paleoastronomia, collegata con la cosmogonia
e lo shamanismo .
L’elemento principe di questo sito è il , costituito da
quattro elementi, due che funzionano come ortostati, uno che funziona come
completamento superiore, uno che funziona come completamento inferiore.
L’elemento superiore appare formato come una losanga, la
cui cuspide inferiore modella - quando il quadrilithon è attraversato dalla
luce del Sole sostiziale estivo - l’innesto superiore delle due ali della
farfalla dorata, che si forma al tramonto, quando l’altezza del Sole scende
sotto i 3°.
L’elemento inferiore è fornito da una grande pietra
trasversale, che porta in alto una gobba che contribuisce a formare l’innesto
inferiore delle due ali della farfalla dorata.
La farfalla dorata
La luce del Sole attraversa il quadrilite, ne viene
modellata, quindi va a colpire una grande pietra fallica che è opposta ad esso.
L’immagine della farfalla si forma dapprima sul lato sinistro, quindi si
espande piano piano, in ragione dell’avanzare dell’azimuth del Sole, formandosi
anche sul lato destro. Il fenomeno inizia alle ore 20.15 (ora legale estiva) e
si protrae fino alle ore 20.40 (ora legale estiva). Nel periodo di una
settimana antecedente e conseguente al 21 giugno l’immagine della farfalla è
piena , ma è possibile osservare il fenomeno dal 25 maggio al 29 luglio, con
piccole deformazioni in altezza e in larghezza, in ragione delle differenze di
altezza e di azimuth del Sole.
L’angolo del culmine inferiore della losanga è stato
calcolato, con l’uso dell’orologio astronomico e dei programmi computerizzati,
in 299°.
Poiché l’angolo massimo di amplitudine occasa, alla
latitudine del Caprione, a livello del mare, risulta di 303°, e chiaro che sarà
possibile assistere alla penetrazione della luce nel quadrilite per tutti i
giorni in cui quest’angolo viene raggiunto e superato.
L’elevata durata della visione della farfalla dipende
però dalla eventuale presenza di banchi di nuvole, stazionanti sulla Provenza o
sulle Cinque Terre, che potrebbe impedire il passaggio della luce solare .Va
infatti notata la particolarità che il tramonto del sole sostiziale avviene in
una piccola sella della sky-line, ed è molto importante che in quel preciso
punto dell’orizzonte non vi siano nubi.
Altro impedimento al passaggio della luce solare è
costituito dalle chiome degli alberi, che crescono rigogliosi nel bosco
antistante il quadrilite, e che vanno continuamente ripuliti.
La presenza di fronde può far ritardare il tempo di
inizio e anticipare il tempo di fine della formazione della farfalla dorata,
oppure interromperla in fase intermedia.
Si deve notare che il funzionamento del quadrilite, per
potere dar luogo alla primitiva “diapositiva preistorica”, doveva avvenire
quando gli alberi non erano ancora cresciuti in questo sito, che doveva allora
essere soltanto ricoperto di erba e di acque (immediato periodo post-glaciale).
Gli acquiferi.
La presenza di acquiferi,- molto abbondanti in allora,
ora scomparsi, ma presenti tuttora al di sotto del piano di campagna - è
facilmente riconoscibile dal geologo. Dalle analisi geologiche appare anche che
la presenza di acqua in movimento abbia contributo alla creazione del distacco
delle due parti del grande megalite, che forniscono gli ortostati, nonché alla
formazione del distacco dell’elemento superiore a forma di losanga. Tutto ciò
si può leggere seguendo l’andamento degli strati. Più difficile è ipotizzare
che l’acqua in movimento abbia potuto creare, e poi posizionare in senso
ortogonale allo scorrimento, la grande pietra trasversale con gobba, che forma
la chiusura inferiore dell’apertura del quadrilite. Tutto ciò rende molto
interessante capire se la natura, con le sole forze degli elementi naturali,
possa produrre da sé certe complicatissime funzioni. Per formare la farfalla
dorata occorre che le rocce del quadrilite siano:
- orientate all’azimuth del tramonto del Sole Sostiziale
Estivo, quando i raggi infrarossi assumono la massima potenza; - posizionate ad
una altezza da terra in modo che il fenomeno sia visibile dall’uomo che sta in
posizione eretta; - poste in opposizione alla grande pietra fallica su cui deve
formarsi, su un piano ortogonale, l’immagine proiettata. - la precedente
condizione potrebbe essere ribaltata nel senso di ammettere che l’opera della
natura abbia costruito in tutto o in parte il quadrilite e l’opera dell’uomo
abbia posizionato in seguito la grande pietra fallica, in modo da accogliere,
su un piano ortogonale, l’immagine della farfalla di luce dorata. Ci si viene
spesso a trovare in queste enigmatiche situazioni di incertezza, per cui si
dovrebbe ammettere che la Natura possegga una sua volontà creativa,
stimolatrice dell’intelligenza umana. Gli studiosi di lingua portoghese
chiamano ciò , in Latino “genius loci”. Nel sito di San Lorenzo l’ipotesi che
tutto derivi da cade per la presenza sistemica di altri reperti, che sono
certamente stati costruiti dall’uomo.
I seggi vulviformi
Dove si può applicare il principio della costruzione
dovuta al Genio della Natura è nel seggio vulviforme che affianca la grande
pietra fallica ove si forma la farfalla dorata. Il seggio appare formato dalle
acque sorgive, mentre ancora le rocce erano in formazione.
Oltre a questo grande vulviforme, si trovano due altri
seggi vulviformi, più piccoli, incastonati in pietre falliche, come si può
riscontrare nei culti della religiosità vedica (unione di linga e yoni in uno
stesso costrutto). Queste pietre distano circa cento metri dal quadrilite, in
un pianoro sotto monte, denominato “Fondega”, luogo ricco di acqua.
Si noti comunque che questa doppia tipologia (forme
falliche e vulviformi) si rinvenga anche nel sito megalitico di Campo de Già,
posto superiormente, nel crinale dei Monti Branzi (etimologia celtica da bram =
pietra fallica).
La stele spezzata
A fianco del quadrilite si trova una stele rudimentale,
spezzata a metà su un piano inclinato.Sembra possibile ipotizzare che questa
stele si sia spezzata nel tentativo di trascinarla sul culmine del piano
inclinato. Infatti, se così posizionata, avrebbe assunto un significato di
paleoastronomia, perché avrebbe formato - con la grande pietra fallica della
farfalla - l’allineamento al sorgere del Sole Equinoziale, in direzione del
Monte Sagro (etimologia latina da sacrum).
Il grande muro orientato.
A partire dal , in direzione del Sole che cala al
tramonto del Solstizio d’Estate, si estende per circa quaranta metri un muro,
che sembra voler indicare un percorso sacro di avvicinamento verso il cerchio
megalitico che contiene il quadrilite. Si deduce ciò dalla presenza, lungo il
muro, di un’esedra.
L’esedra
A circa trenta metri dal quadrilite , lungo il muro posto
in direzione del sole calante, si nota una conformazione semi-ellittica. Le
osservazioni geologiche escludono che si tratti di un luogo legato a presenza
di acque, e quindi a culti delle acque. L’interpretazione vibrazionale
(ricerche di Salvatore Vacca – Presidente di “Archeologia Vibrazionale”)
suggerisce che questo sito venisse utilizzato per stazionarvi per un certo
intervallo di tempo, al fine di ottenere una frequenziazione adeguata, non
traumatica, in attesa di avvicinarsi al quadrilite nel culmine dell’azione dei
raggi infrarossi emessi dal Sole Sostiziale (adattamento in iso-frequenza). Si
noti come, per l’uomo antico, questo costituisse la massima esperienza
possibile di ricevimento di campi vibrazionali, trovandosi in un sito percorso
da una “master-fault”, cioè da una grande faglia, ed in più percorso dai raggi
infrarossi. Con il freddo, per contro, le percezioni dei campi si riducevano.
Giova ricordare come nella tradizione di Delfi l’oracolo
non funzionasse nei tre mesi invernali, “durante i quali il dio lasciava il
santuario di Delfi e partiva per il lontano paese gli Iperborei” (Manolis
Andronicos - Università di Salonicco, 1985).
Poiché la dolomia presente nel sito è stata compenetrata
da ematite e pirrotite (che assorbono il 70% delle emissioni di faglia) il sito
di San Lorenzo è particolarmente equilibrato e non da luogo a fenomeni di
malessere dovuti a scompensi del sistema neuro-vegetativo.
In questi cinque anni di osservazione si è soltanto
notato che alcune donne della Terza Età, fumatrici, provassero fenomeni (non
gravi) di tachicardia, attraversando - al tramonto sostiziale - la trincea che
separa il quadrilite dalle altre grandi pietre presenti nel sito.
Il grande men-hir aniconico
Al disotto del muro orientato, pressoché all’altezza
dell’esedra, si nota un grande men-hir aniconico, posizionato nella direzione
del massimo azimuth di amplitudine occasa. La grande pietra, pesante circa
dodici tonnellate, è a forma cuspidata, con la base inferiore inclinata, che si
adagia su una pietra che presenta la superficie superiore inclinata dello
stesso angolo, in modo che il men-hir appare perfettamente verticale.
La posizione in sito di questa grande pietra è certamente
dovuta ad azione antropica, sia perché nella particolare orografia del sito non
si possono verificare frane, ma solo slittamenti o dilavamenti, sia perché
nelle due superfici di contatto non si verificano né lesioni né fratture, sia
perché una forza naturale - qualora fosse esistita - non potrebbe far salire su
una base inclinata una pietra di un simile peso, con un percorso anti-gravitazionale,
mediante un sussulto così preciso da non farne continuare il movimento, o in
senso gravitazionale o in senso anti-gravitazionale, fino a farla cadere. Né si
può ipotizzare questo effetto come opera di una forza continua anti-gravitazionale,
applicata soltanto alla parte superiore del costrutto.
Se esiste una serie di ragioni che fanno apparire il
posizionamento del men-hir come opera dell’uomo, resta enigmatico il fine. Non
sembra possibile giustificare un simile sforzo costruttivo soltanto per mettere
a conoscenza i discendenti della tribù di una leggera modifica della posizione
azimutale, cioè per far notare di quanto si è ristretto l’arco diurno. Si deve
infatti sapere che l’angolo del tramonto del Sole , per effetto della precessione,
tende leggermente a chiudersi. Orbene, se ciò è pensabile per le esigenze
attuali di scientificità, non è ipotizzabile una simile ragione epistemologica
per i nostri antenati, che vivevano il tutto in senso di funzionalità per la
sopravvivenza oppure come ossequio alla sacralità ed al mistero.
Se l’angolo azimutale sotteso dal men-hir è maggiore
dell’angolo azimutale sotteso dal quadrilite, ciò significa che il men-hir è
stato posizionato anteriormente alla formazione del quadrilite, di almeno
duemila anni. E’ accettabile una simile ipotesi? A quanto dovrebbe essere
datata? All’ottavo millennio avanti Cristo, cioè due millenni prima della
tematica cosmogonica rappresentata nella statuetta di Passo di Corvo (sesto
millennio avanti Cristo)? L’ipotesi sembra difficilmente accettabile.
Una ipotesi alternativa viene proposta dagli studiosi dei
campi vibrazionali. Il men-hir sarebbe stato posizionato successivamente al
quadrilite , per reintegrare i campi vibrazionali, modificatisi con il
decorrere dei tempi. Il porre il men-hir al di là dell’azimuth del
quadrilithon, avrebbe corretto la valenza vibrazionale del sito, riportandola a
situazioni precedenti (ricerche di Salvatore Vacca).
Siamo di fronte ad una operazione shamanica di governo
del territorio in senso frequenziale?
La cosmogonia shamanica
Il simbolismo della farfalla di luce richiama l’animale
psicopompo, in cui si incorpora lo spirito del defunto per ritornare alla
costellazione-generatrice (the embodiment of the principle of Transformation”
secondo Marija Gimbutas). Nel promontorio del Caprione l’animale psicopompo è
certamente la farfalla, mentre la costellazione-generatrice appare Cassiopea
(conformazione dei cinque siti megalitici). Questa cosmogonia è contenuta nella
simbologia espressa nella statuetta della shamana di Passo di Corvo ( 5 500 +/-
200 B.C.– Marija Gimbutas).
San Lorenzo al Caprione - particolare del “quadrilithon”.
Secondo gli studi geologici l’apertura della pietra (che avrebbe generato la
losanga superiore e i due ortostati) sarebbe stata generata dallo scorrimento
delle acque, abbondanti nel sito, dopo l’innalzamento degli acquiferi,
conseguenza dell’innalzamento del livello del mare di 110 metri rispetto al
livello attuale, raggiunto nel V millennio a.C..Su questa struttura (trilithon)
sarebbe stata applicata la pietra trasversale per generare la parte bassa della
“farfalla di luce” (azione antropica di completamento).
San Lorenzo: un'osservatorio solare? (http://www3.shiny.it/caprione/italorenzo.htm)
La farfalla dorata, simbolo di Rigenerazione dopo la
Morte
La farfalla è uno dei simboli che paiono più diffusi
nelle culture dei popoli antichi. La si ritrova nei vasi, nelle brocche, negli
amuleti, nelle statuette. Nel suo famoso libro “Il Linguaggio della Dea” Marija
Gimbutas presenta la farfalla che sorge da un bucranio come epifania della Dea
Madre in veste di Dea della Rigenerazione, ed anche questa simbologia è ripresa
da una pittura parietale di Çatal Hüyük, datata 6 500 a.C.. Essa presenta anche
la farfalla abbinata a vortici che si ritrova in vasi della Ceramica Lineare
dell’Europa centrale (Boemia, 5 000
a.C.) mentre di un periodo più recente (Tardo Minoico) essa presenta la
farfalla contornata da vesciche di pesce, decorata in una brocca proveniente
dalla parte meridionale di Creta (1400 a.C.) e presenta una divinità metà a
forma di donna e metà a forma di farfalla, dipinta in un vaso dello stesso periodo. A dimostrazione
del collegamento misterioso della farfalla con la morte Marija Gimbutas cita i
termini greco, germanico e slavo di mora - mara - morava che significano sia
“incubo” sia farfalla. Nella lingua greca il termine psyché significa
egualmente “spirito”, “anima umana” e farfalla.
In Puglia le piccole farfalle bianche dette
“palombelle” vengono indicate come le
“anime del Purgatorio” che trasmigrano (Romeo Frigiola, 1998, com.pers. in Laterza)
ma la simbologia della “angelica farfalla”, che è stata immortalata da Dante
nella Divina Commedia, si ritrova in ben più lontane culture.
In Messico si usa dipingere una farfalla di colore rosso
sulla schiena dei morti, come viatico per l’al di là (Eve Ewing, 1999,
com.pers.) mentre nel deserto di Sonora la farfalla è considerata alla stregua
del nostro Angelo Custode (Roberto Chiari, 1999, com. pers.). Anche per i Celti
di Francia ed Irlanda le anime dei morti si tramutavano in farfalle (Cattabiani
A., 1998). E' interessante notare come la simbologia della farfalla e della
"M" di Cassiopea è presente anche nel più antico alfabeto runico,
fondato su rune con funzione letteraria, conosciuto come Elder Futhark; la
"M" di Cassiopea è rappresentata dalla runa Ehwaz, con funzione di
trasporto metafisico e potenza mentra la farfalla è definita dalla runa Dagaz
che significa il “giorno”, la luce che torna dopo le tenebre.
Riportiamo di seguito una serie di significati attribuiti
alla FARFALLA (da Hans Biedermann, 1996. DICCIONARIO DE SIMBOLOS. Edizioni
Paidos - Barcelona, pagg. 295-296-297, Titolo originale Knaurs Lexicon der
Symbole):
simbolo della speranza di ascendere dalla condizione
terrestre alla luce delle eterne altitudini;
simbolo della morte; animale dell'anima; nelle
rappresentazioni di figure oniriche e fantastiche queste hanno ali di farfalla;
il dio del sogno Hypnos ha ali di farfalla; in Giappone rappresenta la donna
giovane e due farfalle che danzano rappresentano la felicità coniugale; in Cina
rappresenta il giovane innamorato della femmina (rappresentata dal fiore...così
come la farfalla va in cerca del fiore...); in Cina ancora la amata morta sale
dalla tomba al cielo in forma di farfalla; in Messico è uno dei simboli del dio
della vegetazione Xochipili; in Messico ancora è simbolo del fuoco sfavillante
collegato col sole; ancora in Messico si disegna nella schiena delle persone
morte una farfalla rossa, come simbolo di viatico; in lingua Atzeca è indicata
come "papalotl", assai simile al Latino "papilio", da cui
"papillon"; ancora in lingua Atzeca è rappresentazione della dea
Itzpapalot , lo spirito notturno delle stelle splendenti; ancora fra gli
Atzechi è rappresentazione delle anime delle donne morte di parto; gli Ioruba
dell'Africa Occidentale rappresentano nella parte superiore della clava da
cerimonia una testa sormontata dalla farfalla; quando la bandiera di Giovanna
d'Arco, decorata con fiori di iris, garriva al vento, si vedevano volteggiare
miriadi di farfalle bianche attorno ad essa (fu questa una delle tante ragioni
per cui fu... definita strega e mandata al rogo).
Nel villaggio neolitico di Passo di Corvo (Foggia) è stata scoperta una
statuetta di terracotta (cm 6,5 x 2) datata 5 300 +/- 200 a.C. che rappresenta
una figura femminile con gli occhi socchiusi, come in stato di coscienza
alterato. Sul capo porta un berretto che
sembra di derivazione caucasica, porta al collo una collana. Sotto entrambi i
seni porta incisi il simbolo della costellazione Cassiopea ed il simbolo della
farfalla.
Le narici sono segnate da due piccoli fori e sotto di uno
di essi si nota una traccia di pigmento rosso, segno del sangue che sgorga
dalle narici dello sciamano in stato di trance. Passo di Corvo era il più
grande villaggio del Neolitico europeo (Tinè S., 1983) ed in esso erano vissuti
i temi sciamanici della farfalla e della costellazione-generatrice, temi che è
logico pensare si siano diffusi anche nel resto della penisola italica.
Elaborazione computerizzata della traiettoria del Sole
che tramonta al solstizio estivo, applicata alle coordinate geografiche del
sito di San Lorenzo (integrata da GUIDE 7.0, CD-ROM Star Chart, Project Pluto,
1998). La serie dei “soli rossi” rappresenta il percorso attuale del Sole,
dalle ore 20:15 (altezza +7.6° - azimuth 295.7°) momento in cui comincia a
formarsi la farfalla, fino alle ore 20:35, quando il fenomeno cessa. La serie
dei “soli gialli” rappresenta il percorso del Sole nel 4 500 a.C. (data molto
vicina alla statuetta di Passo di Corvo), quando esso aveva un’amplitudine
occasa leggermente superiore. L’angolo
era superiore di 1,1°, cioè il periodo di luce risultava leggermente più lungo,
paragonabile all’ampiezza di due soli (l’ampiezza della figura del Sole è
calcolata in 32’). Le altezze sono perfettamente compatibili con il formarsi
del fenomeno, che avveniva con un leggero ritardo rispetto ad oggi (+ 5
minuti). Ci rendiamo conto di proporre una grande ed innovativa
interpretazione, ma sulla presenza del culto della costellazione-generatrice
Cassiopea in Lunigiana siamo confortati dal ritrovamento di una Cassiopea
formata con coppelle presso Vergheto (etim.= verga, il bastone del pastore) sul
Monte Sagro (dal latino sacro), sulle Alpi Apuane, Le cinque coppelle sono di
misure diverse, decrescenti, quasi a voler rappresentare la diversa magnitudo
delle cinque stelle che formano la costellazione di Cassiopea, visibili ad
occhio nudo. Quest'eccezionale coincidenza rafforza il legame fra la Lunigiana
e la Daunia, consolidando le similitudini mostrate nella toponomastica e nella
presenza di statue-stele femminili (Gimbutas M., 1990).
The mark
of Cassiopea costellation and gilded butterfly on the promontory of Caprione (http://www3.shiny.it/caprione/index.html)
In the
San Lorenzo's site, at summer solstice sunset, the sun light produces, through
a Quadrilithon opening a "gilded butterfly" image. The Quadrilithon
is a Trilithon evolution (trilithon = three stones characterized by two
vertical elements and a lintel, that in this structure is made as a lozenge)
completed by a stone placed across the lower space between the upright stones.
The bright phenomenon appeares from 20:15 (Az. 295.7° - El. 7.6° - GUIDE 7.0.)
to 20:35 (Az. 299.1° - El. 4.4° - GUIDE 7.0.) Summer time.
The
computerized elaboration of the sunset's trajectory to the summer's solstice applied
to the geographical coordinates of San Lorenzo's site; the red circles
represent today's summer solstice sunset's trajectory while the yellow circles
represent 5 000 B.C. (temporal reference to the terracotta figurine of Passo di
Corvo) summer solstice sunset's trajectory. Some years ago, while studying the
morphology of Oscan and Celtic toponyms on the Caprione, the most eastern
promontory of the Liguria Riviera (Oscan etymology kaprum = scapegoat) we have
discovered five holy megalithic (literal meaning = big stones) places, not
reciprocally visible. Using holism we performed geological analyses to
demonstrate the presence of human work on creating these megalithic structures
(E. Calzolari & D. Gori, 1999) although these analyses cannot be used as a
specific dating test they do show that there has been no recent anthropological
action. We have checked that the megalithic places are located near faults,
fractures, dolines, and ancient water springs. While studying connections
between geology and geobiology, we have laid out the five holy megalithic
places in a Nautical Chart (I.I.M., 1995) and in some Regional Technical Maps
(1:5 000) and used G.P.S. coordinates to verify that they are located according
to the Cassiopeia constellation. Marija Gimbutas had interpreted the
"butterfly like the soul that transmigrates" toward the
generating-constellation (Gimbutas M., 1990) and "holds that the butterfly
is the embodiment of the principle of Transformation" (Streep P., 1994).
The same meaning is recognized in the "Jahrbuch der Gesellschaft fur
vergleichende Felsbildforschung -1985/1986" in which we may read:
"Gegeneinander gestellte dreiecke konnen auch fur die wiedergeburt, hier
an der sonnwendlinie fur auf und untergang des jahres empfunden werden" (two
opposite triangles may also be known as rebirth sign, here for the alignments
of the sun at the solstitial sunrise and sunset). In the Grecian language the
word Psyché means the human soul and in the Grecian Dionysian myth Psyché is
represented as a girl with butterfly wings, which loves Love, symbolized by the
Sun! The syncretism present in the Grecian language is proof of a more ancient
tradition. In Mexico they use to design a red butterfly on the back of the dead
(Eve Ewing, personal communication in La Laguna, 1999) and in the Sonora Desert
it is like "guardian angel". The symbol of the butterfly is also
presente in Chile, in the Mapuché people. In South Italy the little white
butterflies are considered the souls leaving Purgatory (Romeo Frigiola,
personal communication, 1998). For the Celtic people of Ireland and France the
human souls were embodied in the butterflies (Cattabiani A., 1998). It's
interesting to notice like the symbols of the butterfly and the M of Cassiopea
are also present in the most ancient runic alphabet, found on runes with
literary function, known like Elder Futhark; the "M" of Cassiopea is
represented by the rune Ehwaz (function of metaphysical transport and power)
and the butterfly is represented by the rune Dagaz