Pasqua - Easter


Riguardo le origini e tradizioni di questa festa in 3 parti:
prima immagini, video e le Uova Imperiali Faberge
seconda testo in Italiano
terza testo in English

About the origin and tradition of this feast in 3 parts:
first images, video and Imperial Eggs Faberge
second text in Italiano
third text in English

Index
7 Immagini - 7 Images

2 Video: 
1) Canto pasquale del rito liturgico ortodosso - Chants of the Orthodox liturgical rite
2) Canto del Monastero di Valaam in Greco - Chanted by Valaam Monastery in Greek

Imperial Eggs Faberge

Testi in Italiano
Auguri
Arte: Piero della Francesca "Resurrezione"
2 brevi storielle
Abballu de li Diavuli - Il Ballo dei Diavoli
Equinozio di Primavera e la Festa di Pasqua
L'uovo di Pasqua nella storia
Pizza di Pasqua di Civitavecchia, la storia e la ricetta
Da Nord a Sud le tradizioni della Pasqua in Italia
Il menu e ricette della tradizione pasquale

Text in English
Wishes
Art: Piero della Francesca "The Resurrection"
2 short stories
Abballu de li Diavuli - Dance of the Devils
Easter Symbols and Traditions
What Are the Real Origins of Easter?
Easter Around the World
Easter in Italy
Pizza Civitavecchia - Easter sweet bread from Civitavecchia
Easter Recipes
Italian Easter Vocabulary List


Ishtar


Abballu de li Diavuli 

    


Pizza Civitavecchia



(Canon) It is the day of Ressurection & The Angel Cried
- Anastaseos Imera & Aggelos Evoa - Valaam
Video
https://youtu.be/olJ0KUYpNmw


Byzantine chant - Αναστάσεως Ημέρα
Video
https://youtu.be/4O5YnCrIWQ8


 

Pasqua 2020

Imperial Eggs Faberge
http://www.faberge.com/news/49-imperialeggs.aspx

 

 

Auguri
Italiano: Buona Pasqua
English: Happy Easter
Croato / Croatian:  Sretan Uskrs
French / Francese: Joyeuses Paque
Greek / Greco: Kalo Paska
Dutch / Olandese: Zalig Paasfeest
Portuguese / Portoghese: Boa Pascoa
Russian / Russo: Schastilvoi Paschi
Serbian / Serbo Srecan Uskrs
Spanish / Spagnolo: Feliz Pascua
Swedish / Svedese: Giad Pàsk
German / Tedesco: Frohe Ostern
Yiddish: A fraylekhn Pesah

Arte: Piero della Francesca "Resurrezione"
Definito "il quadro più bello del mondo"
https://it.wikipedia.org/wiki/Resurrezione_(Piero_della_Francesca)





2 brevi storielle
 Le campane mute.
Dal venerdì santo fino alla domenica di Pasqua, le campane delle chiese italiane non suonano, in segno di dolore per il Cristo crocifisso. Anche in Francia esiste questa usanza e ai bambini si dice che le campane sono volate a Roma. La domenica mattina, mentre i bambini guardano in cielo per scoprire se riescono a vedere le campane che ritornano, i genitori nascondono in casa uova di cioccolato
 Le streghe finlandesi
Il folklore finlandese vuole che le streghe volino in cielo tra il venerdì santo e la domenica di Pasqua. Infatti, in alcune zone della Finlandia si usa ancora accendere falò la notte dei sabato, in memoria dell'antica tradizione di scacciare le streghe dal proprio focolare domestico.

Abballu de li Diavuli - Il Ballo dei Diavoli
(Testo Prof. Carmelo Fucarino)
L'iconografia della festa si basa su dei costumi e delle maschere particolari, i personaggi sono tre: due rappresentano dei demoni “i diavoli”, ed una di statura più alta e snella, “morte”.I diavoli indossano un largo abito di tela di lana, tinto di un colore rosso quasi a riprendere il colore del fuoco e dell'inferno e sul viso un'ampia maschera di ferro con una larga bocca da dove fuoriescono una lingua e grossi denti, gli occhi sono rappresentatati da due piccoli fori che contrastano con un grande naso; due corna caprine sono trattenute da una pelle di caprone che ricopre le spalle di chi l'indossa; le due maschere si differenziano per il diverso colore del vello: uno nero e l'altro bianco; entrambi portano tranci di catene di ferro. Diverso il personaggio della morte: indossa anche un largo abito di tela di lana, tinta di un colore giallo ocra tipicamente chiamato “giallo morte di Pasqua”, la maschera di cuoio che simula un orrido teschio dalla cui bocca fuoriescono delle lunghe zanne. Per tre volte le statue della Madonna e del Cristo, portate a spalla, si accostano precipitandosi l'una verso l'altra e rapidamente separandosi. La terza volta il manto nero cade di colpo dalle spalle dell'Addolorata e viene sostituito da quello azzurro. La Madonna ha incontrato il figlio, o come si dice, lo ha riconosciuto. Contemporaneamente gli angeli colpiscono i diavoli sconfiggendoli. Il significato profondo della manifestazione consiste nella vittoria del bene sulle forze del male.

Equinozio di Primavera e la Festa di Pasqua
(di Claudio Viacava, fonti:  abakab.com  federazionepagana.it/ritoprimavera.html  News Group: it.cultura.religioni  nostreradici.it/Pessach.htm  trigallia.com)
- Equinozio di Primavera  - La  festa di Pasqua nell'ebraismo e nel cristianesimo
"Questo è un bellissimo Sabba, da celebrare all'aperto se possibile ! La Terra si sta  svegliando e germogli verdi stanno comparendo. I canti degli uccelli iniziano a riecheggiare e il sole è più caldo. Questa festa è intitolata a Oestara, la Dea germanica della fertilità della Terra (il cui nome è la radice della parola "easter", Pasqua, in inglese)" (Phyllis Currott, "L'arte della Magia").
Gesù è morto il Venerdì di Pasqua?No! (Diatriba sul 14 di Nissan) + Lunario Ebraico +  Gesu' e' morto per noi ?
- La parola equinozio deriva dal latino "equus nox", ovvero "uguale notte".
L'Equinozio di primavera è il momento dell'uguaglianza del giorno e della notte, quando le forze della luce sono in fase di crescita.
Il freddo e il buio prolungato delle giornate invernali hanno sempre suggerito all’uomo l’idea della morte. L’inclinazione del sole nel cielo e la sospensione della vita vegetale, nonostante l’esperienza millenaria, dai più diversi popoli sono state immaginate come fenomeni presaghi di morte.
L’ansia che ne derivava si traduceva in forme rituali, le quali avevano la funzione di esorcizzare l’evento funesto e di favorire o addirittura provocare la rinascita. Per questa ragione il periodo che precede o segue l’equinozio di primavera è uno dei più ricchi di feste, cerimonie, credenze e miti.
Tutte le società, in particolare quelle agricole, celebravano la primavera come una resurrezione, attraverso simbologie talmente radicate nelle più profonde paure e nei più riposti angoli dell’inconscio collettivo, che anche la società industriale, sia pure in forme più mediate, perpetua queste antiche forme di evocazione della rinascita della primavera.
Si tratta di un periodo molto ampio dell’anno, che alcuni collocano nella prima metà di febbraio, come i cinesi, per i quali l’inizio della primavera coincide con il capodanno; e altri nel primo maggio, come in Svezia, dove due schiere di giovani inscenavano una battaglia tra l’inverno, che gettava palle di neve e ghiaccio per prolungare l’inverno, e l’estate, coperto di fiori e foglie fresche.
I mesi di marzo e aprile erano caratterizzati da riti di espulsione della morte, come in Germania, Boemia, Polonia, Russia; di matrimoni simulati, come quello tra Siva e Parvati in India; di cerimonie magiche con lo scopo di risvegliare le dormienti energie della natura, come tra gli aborigeni dell’Australia centrale;
Secondo gli antichi Egizi, con l’arrivo della primavera l’Uovo cosmico plasmato da Ptah, da lui deposto sulle rive del Nilo e qui covato dall’oca sacra, si apriva e ne usciva Ra, il Sole. Il fiume viveva in simbiosi col dio solare: “Cresce, io cresco; vive, io vivo”.
In maggio, al ritorno della bella stagione, i Celti festeggiavano Beltaine, festa dedicata a Bel (o Belenos), il dio della luce. Etimologicamente il termine Beltaine significa “fuoco luminoso”: ecco perché i riti di questa festa si svolgevano alla luce di grandi falò. Il fuoco era quello dell’ispirazione, la forza che spinge al movimento, che chiama all’aperto e risveglia i sensi.
L'Equinozio di Primavera, Alban Eiler, posto a Oriente, rappresenta il momento della ricezione: ricezione della saggezza, mentre stiamo di fronte ai primi raggi del Sole che sorge il primo mattino di primavera. L'oriente è sempre stato associato alla saggezza e all'illuminazione, perchè è a Oriente che sorge il Sole. In questo momento noi possiamo aprirci alla saggezza e ai poteri che possono apportarci chiarezza...
Anticamente tra le popolazioni celtiche si usava far passare il bestiame attraverso due fuochi "purificatori". Anche i giovani saltavano sopra il fuoco per propiziarsi la fortuna nella ricerca della sposa o dello sposo; i viaggiatori saltavano il fuoco per assicurarsi un viaggio sicuro e le donne incinte per assicurarsi un parto facile.
Era una festa allegra, in cui si celebravano i matrimoni “a scadenza", che sarebbero durati per un anno, cioè sino al successivo Beltaine. Il rituale tipico di Beltaine prevedeva si danzasse intorno a un palo ben piantato a terra che si innalzava verso il cielo. Tale simbolismo "assiale" rappresenta l’immagine della fecondità che contrassegna molti aspetti della festa: i druidi eseguivano infatti complessi rituali per benedire la terra affinché desse i suoi frutti.
Queste celebrazioni risalirebbero alla preistoria:tra le incisioni rupestri ritrovate in vari siti archeologici, si possono osservare sulla roccia scene di aratura e di zappatura unite a raffigurazioni erotiche di accoppiamento.
 - ll culto della Dea Ostara (l'inglese Easter e il tedesco Oster (Pasqua). era infatti finalizzato a propiziarsi non solo l’abbondanza del raccolto ma anche le gravidanze: in questa magica notte le spose di tutto il nordeuropa che desideravano avere un figlio soffregavano le natiche su pietre miracolose.
Simboli di questa festa "pagana" erano la mucca e l’ape perchè rappresentavano la Dea. In molti antichi idiomi il termine usato per dire “madre” era lo stesso per esprimere vari concetti tra cui: ape, ventre, utero, concepire, pungiglione, ape regina, cervice, embrione, feto e molte definizioni simili
- Nello Yucatan settentrionale (Chichen Itza-Messico) si erge per circa trenta metri d’altezza il Tempio Maja di Cuculcan (Il Serpente Piumato), formato da quattro scalinate di 91 gradini ciascuna, che sommati alla piattaforma superiore fanno un totale di 365, pari ai giorni dell’anno solare. Questo edificio formato da giganteschi blocchi monolitici, è stato costruito in modo tale che nei giorni dell’Equinozio trame triangolari di luci e ombre si combinino per creare l’immagine di un enorme Serpente che ondeggia sulla scalinata Nord.
Come inizio l’Equinozio di Primavera è il Grado Zero dello Zodiaco, il principio di un nuovo ciclo con l’Ariete, inoltre ogni era zodiacale prende il nome del segno in cui cade il punto equinoziale nel suo cammino a ritroso lungo le costellazioni (circa 2000 anni per ogni segno zodiacale).
- In primavera si celebravano in Grecia i Piccoli Misteri Eleusini ad Eleusi, una piccola città dell'Attica. Il nome significa "arrivo", perché si narra che qui arrivò Demetra cercando la figlia Persefone rapita dal dio dei morti, Ade. La sparizione ed il ritorno di Persefone venivano ricordati con le cerimonie che simulavano la morte mistica della natura, la rinascita, la fecondità e la generazione.
Il messaggio per gli iniziati ai Piccoli Misteri era la promessa di abbondanza materiale da parte della dea del grano, ma anche la liberazione dall'angoscia e dal dolore ed un trattamento privilegiato dopo la morte. Omero, parlando dei Misteri, disse:
"Coloro che non conoscono queste sacre cerimonie e coloro che vi hanno partecipato non avranno uguale destino dopo la morte, nel regno delle ombre".
Poiché Aprile deriva dal latino "aperire", aprire, è dunque per noi un invito ad ascoltare il messaggio dell'Equinozio, aprendoci alla vita che rifiorisce. Nell'antica Grecia, ad Atene, per tutto il mese si tenevano danze e canti per Teseo, considerato l'eroe nazionale, essendo colui che aveva ucciso il Minotauro, il mostro metà uomo e metà toro, per nutrire il quale il re Minosse ogni anno esigeva dagli Ateniesi il tributo orrendo di sette fanciulle e di sette giovinetti.
I primi dieci giorni di aprile erano dedicati alle "Feste Megalesi" (dal greco megale, la grande) in onore di Cibele, la Grande Madre, divinità primigenia, madre degli dei e degli uomini. Il suo culto era caratterizzato, in origine, da cerimonie orgiastiche e sanguinose, che si addolcirono molto in seguito, quando si diffusero a tutta la Grecia.
 - I Romani continuarono questa usanza, arricchendola con i Ludi Megalenses, giochi pubblici che seguivano l'aspersione pubblica rituale, fatta con acqua consacrata, della statua della Grande Madre.
A Roma tutto il mese di aprile era dedicato ai festeggiamenti. Il 7 era il compleanno di Apollo e Diana, dei amatissimi: un'occasione per gioire tutti insieme. Il 15 si tenevano le Feste Fordicalie, che vedevano vacche sacre immolate in onore della dea Terra. Il 18 si celebravano le Cerealie, dedicate a Cerere nella sua qualità di protettrice delle messi; il 21 nelle Palilie si sacrificavano agnelli per la dea Pale, patrona dei greggi e dei pastori; il 23 si libava per Giove e Venere con il vino fatto in autunno; il 25 si pregava la dea Robigo perché tenesse lontano dal grano i parassiti che distruggevano i raccolti; il 28 la dea Flora veniva sollecitata a curare la vegetazione ed in particolare i fiori; il 30, durante le Larenziali, si inneggiava a Larenzia, la lupa che aveva salvato, nutrendoli col suo latte, i gemelli Romolo e Remo.
 - Nel mithraismo, la vecchia religione persiana. Il mito narra che Mithra sacrificò il toro cosmico, da cui nacquero tutte le piante e tutti gli animali, e poi suggellò la sua amicizia con il Sole offrendogli la carne del toro in un banchetto sacrificale. Le antiche tradizioni ci offrono tutta una serie di miti legati alla primavera, che hanno al loro centro l'idea di un sacrificio a cui succede una creazione-rinascita-nascita.
Per quanto riguarda le festività babilonesi quella principale è la festa Akitu, corrispondente all’inizio dell’anno nuovo, cioè all’equinozio di primavera. La festa ha la durata di dodici giorni e il suo scopo è l’espiazione delle colpe commesse dal popolo durante l’anno passato e l’assicurazione per l’anno che viene della fertilità, salute e prosperità mediante le simboliche nozze sacre del sovrano che riveste il ruolo del dio con la dea Ishtar rappresentata dalla sua somma sacerdotessa. Durante la festa hanno luogo anche una lunga rappresentazione teatrale della lotta e della vittoria di Marduk contro le forze del male e le processioni con la statua del dio.

Equinozio di Primavera: ha inizio la stagione più dolce
Il 21 marzo segna l’Equinozio di Primavera, apertura ufficiale della stagione più dolce dell’anno e antica “porta del ciclo” pagana. Non è una festa celtica propriamente detta e non ci sono tracce scritte o evidenze sul fatto che i Celti la festeggiassero, e nessun nome legato a questa festa si ritrova propriamente nella tradizione celtica antica. Molti caratteri simbolici associati al concetto di Primavera, invece, gravitano sia su Imbolc (1° febbraio), data dell’inizio interiore della stagione che si risveglia nel mondo sotterraneo della Terra Madre, sia su Beltane (1° maggio), suo culmine e passaggio verso la grande luce dell’estate.
Equinozi e solstizi erano visti come momenti di transizione. A proposito: Equinozio deriva da “equum nocti” ovvero “uguale alla notte”, infatti giorno e notte hanno la stessa durata. Questo raro bilanciamento perfetto dei giorni solstiziali era considerato dai popoli antichi un momento potente per i riti sacri.

Sulle tracce della Dèa
Sebbene le Quattro Feste del Fuoco celtiche – le Porte del Ciclo della Terra – fossero le occasioni rituali preminenti dell’anno celtico, sappiamo che le feste solari nel periodo più antico avevano acquisito qualche significato anche nella tradizione celtica. I due solstizi (d’estate e d’inverno) erano le sole celebrazioni commemorate quasi ovunque, tuttavia alcune tracce mostrano che una data vicino all’equinozio era festeggiata in alcune comunità. La festa dell’Annunciazione della Vergine (25 marzo) è indicativa: le principali feste mariane segnalano sempre la presenza, nella stessa data o nei giorni vicini, di una festa incentrata sulla Dèa.
Diodoro Siculo allude all’evento commemorato in questo giorno quando, parlando di un tempio circolare ornato di offerte votive in un’isola degli iperborei, racconta che «ogni diciannove anni il dio appariva danzando nel cielo il giorno dell’equinozio di primavera». La solarità del numero 19 riemerge in Irlanda, nel monastero di Kildare fondato da Santa Brigit: diciannove vergini avevano il compito di vegliare la sacra fiamma che rappresentava la Madre. Il dio solare maschile nelle tradizioni più antiche le è compagno ma non prevale e il suo “apparire” radioso è collegato ai riti di fertilità.

I tre santi celtici di marzo
In marzo ci sono tre celebrazioni dedicate ad alcuni fra i più importanti santi celtici e diventate feste nazionali. Le feste dei Santi normalmente coincidono con la data della loro morte, ma qualcuno ha suggerito che la loro collocazione in questo periodo possa far pensare che qualche rituale più antico sia stato redistribuito nelle festività cristiane.
- San Dewi
Il 1° marzo si celebra il St. David’s Day dedicato a San Dewi (David), patrono del Galles. Di lui si hanno scarse notizie da antichi manoscritti: sua madre si chiamava Non e suo padre, Sant, era figlio di Ceredig, Re di Ceredigion. Dopo essere stato educato nel Cardiganshire, Dewi andò in pellegrinaggio in Galles e nell’ovest dell’Inghilterra dove secondo la tradizione fondò importanti centri religiosi come Glastonbury e Croyland. Morì nel 589 d.C.
 - San Piran
Il 5 marzo si celebra il St. Piran’s Day dedicato al Santo Piran, patrono della Cornovaglia e dei minatori che scavano lo stagno. Secondo la leggenda, dall’Irlanda Piran navigò su una pietra da macina e poi scoprì come fondere lo stagno quando accese il fuoco su alcune pietre che contenevano il minerale. La celebrazione più importante si svolge a Perranporth e richiama migliaia di persone da tutta la Cornovaglia.
 - San Patrizio
Il 17 marzo c’è il celeberrimo St. Patrick’s Day dedicato a San Padráigh (Patrizio), il patrono dell’Eire che cristianizzò gli irlandesi, il suo apostolato sull’isola durò trent’anni. Padráigh spiegò alla gente il concetto mistico della Trinità paragonandola al trifoglio – tre entità distinte, le foglioline, riunite in un’unica pianta – ed ecco che il trifoglio è assurto a simbolo dell’Isola Verde (da ricordare: la triplicità divina era una caratteristica della divinità celtica e di altre deità pagane, anche in questo caso è materiale che il cristianesimo ha riadattato per farsi comprendere). Il St. Patrick’s Day viene celebrato in tutto il mondo dalle comunità irlandesi, l’evento maggiore si svolge a Dublino e calamita centinaia di migliaia di persone. Anche negli Stati Uniti si svolgono mega-celebrazioni profondamente intessute di Heritage (eredità) e “orgoglio irlandese”. La festa ha fatto ormai il giro del mondo e anche i non-irlandesi omaggiano il St. Patrick’s, qui da noi ci sono numerose rassegne musicali.

Ostara e Pasqua della Resurrezione
L’importanza della ricorrenza equinoziale non è solo una convenzione astronomica legata al risveglio della natura. Proprio il retaggio pagano ha continuato a lasciare impronte molto marcate attraverso i secoli, segnali che ritroviamo in tradizioni folcloriche e religiose giunte fino ai giorni nostri. Se i pagani, per esempio, festeggiano Alban Eiler, che significa “Luce della Terra” (ulteriore collegamento solare) oppure Ostara (da Öistre, antica dea nordica dell’alba, della primavera e dell’amore equivalente alla dea scandinava Freya), i cattolici celebrano la Pasqua. In entrambe le festività sacre il tema centrale è la rigenerazione: il passaggio dal mondo sotterraneo (inverno, sonno della coscienza collegato al letargo animale e delle piante) al vero risveglio, della natura e della spiritualità.

L’uovo e la lepre
Il famoso Uovo di Pasqua al cioccolato ha antenati nei villaggi precristiani dell’Europa. L’uovo, che ha importanza in molte culture di tutto il mondo, è uno dei simboli più antichi e potenti della vita che ritorna dopo un periodo di occultamento nell’oscurità, nella sua versione commerciale dentro c’è infatti la “sorpresa”.
Nei Paesi celtici del nord Europa tanti anni fa si usava far rotolare le uova dalla cima di una collina per la festa di Beltane, a imitazione del movimento del sole nel cielo. La Chiesa cattolica rimodellò il rituale per simboleggiare la pietra che rotola via dalla tomba di Cristo risorto e in molte tradizioni contadine, dalla Scozia all’Italia, per Pasqua i bambini usavano fare la “questua delle uova”, i soldi raccolti venivano dati in parrocchia o per opere benefiche (in Friuli, e forse in qualche altra regione delle nostre, nei piccoli paesini la tradizione continua ancora). Accenni e allusioni degli scrittori classici e dell’iconografia celtica suggeriscono che i druidi potrebbero aver avuto una tradizione collegata all’Uovo Cosmico, forse assimilata dai loro contatti con l’orfismo del mondo mediterraneo (i Misteri Orfici presero origine dal mito di Orfeo, poeta e sublime bardo della Tracia).
Il coniglietto pasquale, molto diffuso nei Paesi anglo-americani, rimanda alla mitologia germanica: è la “Österhase” o “lepre pasquale”, l’animale della fertilità che accompagna le divinità della primavera e dell’amore, ed Eostre (l’antico nome inglese di questa divinità, una variante di Öistre) è rimasto come nome della festa anche nella sua forma cristiana: in inglese Pasqua si dice Easter.

La Festa degli Alberi
Nel 1951 uscì un francobollo da 10 Lire dedicato a questa festa, istituzionalizzata di recente ma già conosciuta e diffusa da decenni, soprattutto nelle scolaresche. Qualcuno di noi, qui in redazione, ricorda che già negli anni Sessanta a scuola assegnavano un tema e bisognava fare anche un disegno ispirato alla Festa degli Alberi. Quando arrivava “il gran giorno”, era gran festa veramente: per un giorno si stava all’aperto in campagna a “ravanare” nella terra respirando aria buona.
Con Decreto Ministeriale del 4 agosto 2000 il Ministero delle Politiche agricole e Forestali, di concerto con il Ministero della Pubblica Istruzione, ha istituito la celebrazione della “Festa degli Alberi”, che si festeggia il 21 marzo.
La festa coinvolge sempre e soprattutto i bambini delle scuole elementari (insieme a maestre e maestri) e il culmine della giornata è la cerimonia della piantagione di nuovi alberi, con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato. Ogni bimbo è incoraggiato ad avere cura del “suo” albero per il resto della vita e questo significa anche che trasmetterà il compito ai suoi figli e discendenti. Avere cura di un albero per generazioni è un concetto d’amore per il mondo della natura significativo e profondo, ci piace collegarlo al Nobile Pensiero Celtico.

Equinozio di Primavera
I Riti che organizziamo sono delle vere e proprie azioni magiche il cui scopo è da un lato finalizzare l'attenzione e l'Intento dei partecipanti e dall'altro chiamare le forze del mondo, la loro attenzione, affinché allineino i loro Intenti ai nostri. Il rito è una manifestazione collettiva in cui i partecipanti fondono la propria attenzione e armonizzano i loro Intenti (che in questo caso è la partecipazione alla costruzione della vita, del futuro) all'interno di un mondo che alimenta i propri intenti e che, pertanto, manifesta attenzione a quanto può favorire i propri Intenti.
Posso ritenere che non tutte le persone che partecipano al rito abbiano famigliarità con gli Dei del mondo e con gli Dei che noi citiamo negli Inni che abbiamo scelto. Questa è l'ultima cosa che ci interessa. Tutte le persone che partecipano alle nostre attività hanno passioni, tensioni, desideri, potere di rappresentazione di se stesse nella vita.
In altre parole manifestano nella loro esistenza le qualità e le azioni nelle quali noi vediamo l'espressione degli Dei del mondo e loro stesse, quando pensano che in quell'azione hanno manifestato un aspetto del loro divino che trova riscontro nel divino oggettivo del mondo, sono pervase da una forza che le spinge ad andare oltre, ad osare, ad affrontare ciò che prima incuteva loro paura o timore.
Prendiamo il discorso degli Inni che arbitrariamente ho scelto per il rito!
Nell'Inno a Zeus è indicata l'attività di Rea per far nascere Zeus e proteggerlo dall'oblio del tempo (dall'essere mangiato da Crono) e come, nel manifestare questo Intento, il mondo accorre. Il mondo nelle sembianze delle Ninfe, dell'Ape, della Capra, della Terra che si “sgrava delle acque”, i Cureti, i Corribanti.
C'è, in quest'Inno, l'Essere Femminile, l'Essere Umano femminile, che manifesta la vita e ne protegge la costruzione del futuro: non è forse un'azione che dovremmo Sempre tener presente nel nostro essere persone religiose Pagane Politeista ?

Pasqua Tradizione Pre-Cristiane
Tali feste e le leggende connesse alla loro origine erano comuni nelle religioni antiche.
Festa ritenuta cristiana, la Pasqua incorpora tradizioni pre-cristiane legate alla primavera (evento naturale) e alla fertilità della Terra. Tali feste e le  leggende connesse alla loro origine erano comuni nelle religioni antiche politeiste.
Per i Greci antichi il mito del ritorno dal mondo sotterraneo alla luce del giorno di Persefone, figlia di Demetra, dea della terra, simbolizzava il rinascere della vita a primavera, dopo la desolazione dell'inverno.
I Frigi credevano che la loro divinità principale si addormentasse all'arrivo dell'inverno e durante l'equinozio primaverile celebravano cerimonie con musiche e danze per risvegliare la vegetazione che nella Terra rinasce in quel periodo e produce cibo e condizioni favorevoli alla vita all'aria aperta.
Alcuni studiosi sottolineano la relazione della Pasqua cristiana (o dei cosiddetti cristiani) con la Pasqua ebraica (Pesah).
Molti dei primi cristiani erano stati educati nella tradizione ebraica e consideravano Pasqua come una nuova versione della festa ebraica, celebrazione del Messia preannunciato dai profeti.

La datazione di Pasqua
Come narra il Nuovo Testamento, Cristo fu crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica. La festa cristiana di Pasqua ne commemora la resurrezione.
Col tempo, tra  i cristiani si presentò una notevole differenza nella datazione della festa: quelli di origine ebraica la celebravano subito dopo la Pasqua ebraica che, secondo il calendario lunare babilonese, cadeva nella sera della luna piena (il 14 Nisan, primo mese dell'anno); secondo il loro sistema Pasqua cadeva ogni anno in giorni diversi della settimana.
I cristiani provenienti dal paganesimo, invece,  celebravano la resurrezione nel primo giorno della settimana, la domenica; col loro sistema Pasqua cadeva sempre nello stesso giorno della settimana, ma in date diverse.
Una conseguenza storica rilevante delle differenze nel calcolo della data di Pasqua fu che le Chiese cristiane orientali, più prossime ai luoghi d'origine della nuova religione, dove regnava la tradizione, osservarono Pasqua conformandosi al sistema della festa ebraica, mentre le Chiese occidentali, più legate alla tradizione greco-romana, celebrarono Pasqua di domenica.

Norme del Concilio di Nicea sulla data di Pasqua
Il concilio di Nicea stabilì all'unanimità che la festa di Pasqua si celebrasse nel mondo cristiano la prima domenica dopo la luna piena seguente l'equinozio di primavera; nel caso la luna piena comparisse di domenica e la festività coincidesse quindi con la ricorrenza ebraica, Pasqua doveva essere celebrata la domenica seguente; si evitavano così coincidenze delle due feste.
Decise inoltre che la data fosse calcolata ad Alessandria, allora il principale centro astronomico del mondo. La determinazione accurata della data, però, risultò  impossibile per via dell'epatta, lo scarto tra l'anno solare e quello lunare. C'era inoltre una discordanza crescente tra il vero anno astronomico e il calendario giuliano allora in uso.

Successivi metodi di datazione
I modi di fissare la data sperimentati dalla Chiesa si rivelarono insoddisfacenti e Pasqua venne celebrata in date diverse nelle differenti parti del mondo. Nel 387, ad esempio, le date di Pasqua in Egitto e nell'attuale Francia divergevano di 35 giorni.
Verso il 465, la Chiesa adottò un sistema di calcolo proposto dall'astronomo Vittorino, a cui papa Ilario aveva affidato la riforma del calendario e la determinazione della data di Pasqua. Alcuni elementi del suo metodo sono ancora utilizzati.
Il rifiuto delle Chiese britannica e celtica di adottare i cambiamenti proposti provocarono un'aspra disputa tra queste e Roma nel VII secolo.
La  riforma del calendario giuliano del 1582 e la conseguente adozione del calendario gregoriano eliminarono molte difficoltà legate alla decisione della data di Pasqua e alla sistemazione dell'anno liturgico; dal 1752 la Pasqua è stata celebrata il medesimo giorno in tutto l'Occidente cristiano. Le Chiese orientali, però, che non hanno adottato il calendario gregoriano, celebrano Pasqua la domenica precedente o seguente quella dell'Occidente.
Talvolta le date coincidono; le occasioni più recenti furono il 1865 e il 1963. Poiché le feste di Pasqua incidono su un gran numero di questioni secolari in molti paesi, da tempo si sollecita una riduzione dell'oscillazione di date delle feste mobili o l'adozione di una festa fissa come per il Natale. Nel 1923 il problema fu presentato alla Santa Sede, che non rilevò obiezioni canoniche; ciò nonostante, Pasqua resta una festa mobile.

La Pasqua Ebraica - Il mese di Nissan
Con il mese di Nissan inizia l'anno religioso, In questo mese i nostri padri furono liberati dalla schiavitù dell'Egitto, nel mese di Nissan diventammo nazione. Nel mese di Nissan, quindi, inizia la festività di Pessach, memoriale di tutti questi eventi.
Durante tutto il mese - con un'unica eccezione - è vietato digiunare, pronunciare preghiere penitenziali, cantare lamentazioni. Durante lo shabbath che precede Pessach - lo chiamiamo Shabbat ha Gadol il grande Shabbath, per i grandi miracoli che avvennero in quel tempo -, il Rabbi dà alla comunità una catechesi sui precetti di Pessach e alla vigilia di Pessach i primogeniti digiunano in memoria del castigo che si abbatté sull'Egitto, la decima e più terribile delle dieci piaghe: la morte dei primogeniti. Israele ne fu risparmiato, non per i suoi meriti - non ne aveva - ma per l'amore infinito del Santo, benedetto sia. Per i ragazzi che non hanno ancora raggiunto i tredici anni, la Bar-Mitzvah, digiuna il padre; ma se lui stesso è un primogenito e deve quindi digiunare per se stesso, al posto del figlio digiuna la madre.
La parola pasqua deriva proprio dall’ebraico “Pessach” che significa passaggio. Era la festa annuale con cui gli ebrei ricordavano (e ricordano tuttora) il prodigioso attraversamento del Mar Rosso quando, dopo 430 anni di schiavitù in Egitto, furono liberati da Mosè.
Egli li condusse attraverso il deserto verso la terra di Palestina, la Terra  Promessa, con un viaggio che durò 40 anni e fu pieno  di difficoltà. Transitare infatti, con una numerosa carovana per sentieri e prati era  motivo di litigi con i proprietari dei fondi. Per evitare di continuare a creare tali animosità presso le comunità che incontrava, Mosè scelse la via ardua del deserto.
In ricordo di questo storico viaggio, la festa di Pasqua era celebrata dagli ebrei, in ogni nucleo familiare, con la consumazione di bevande e alimenti connotati da un forte valore simbolico.
I membri della famiglia stavano in piedi con un bastone in mano mangiando un coscio di agnello  arrostito, del pane azzimo (perché gli ebrei uscendo in fretta dall’Egitto non fecero in tempo a far lievitare il pane).
Il contorno era rappresentato da tre specie di erbe amare, sedano, lattuga ed invidia, con cui intendevano ricordare i giorni tristi della permanenza in Egitto.
Consumavano durante il pasto anche aceto, acqua salata o succo di limone.
Infine passavano all’ aroseth che è un composto di frutta simile alla malta che gli ebrei schiavi  dovevano preparare per le opera di muratura a cui lavoravano.
Infine un uovo sodo, considerato il simbolo dell’eternità della vita perché dotato fisicamente di superficie che non ha principio né fine.
Anche Gesù da buon ebreo, celebrò la festa di Pessach insieme agli apostoli. Questa fu l’ultima cena.

La Pasqua cristiana
La Pasqua cristiana è senza dubbio derivata da quella ebraica e questa dalle feste agricole dell'antichita'. Alcune usanze associate alla Pasqua - come le uova ed i coniglietti, simboli antichi di fecondità di quasi tutte le religioni antiche pre ebraiche e cristiane,  costituiscono una prova che con questa festa la "cristianità" ha soppiantato antiche e radicate usanze dette "pagane" primaverili.
Sicuramente queste usanze derivano dalle feste antiche ma ora il loro significato originale è stato completamente cambiato od è stato del tutto dimenticato
Essa ricorda il giorno della risurrezione di Gesu' detto il Cristo e coincide con precisi fenomeni astronomici.
Il calendario liturgico della  Chiesa cristiana segue, infatti, il ciclo lunare e pertanto la Pasqua è una ricorrenza “ mobile”; si festeggia la prima domenica dopo il plenilunio seguente all’equinozio di primavera (questo ultimo avviene sempre il 22 Marzo) e ricade nel periodo che va  dal 22 marzo al 25 Aprile.
Legate alla celebrazione della Pasqua sono:
La quaresima: periodo penitenziale di 40 giorni, che comincia il mercoledì delle ceneri al termine del Giovedì Santo.
La Settimana Santa: che inizia  con la Domenica delle Palme e comprende il Venerdì Santo ovvero giorno della crocefissine di Gesù.
La Pasqua: il giorno della risurrezione.
Per il mondo cristiano,dopo la venuta del Messia, la antica pasqua ebraica ha acquisito un nuovo significato; il ricordo della Risurrezione di Cristo, evento di salvezza per tutti.
E’ interessante osservare come nel pasto pasquale moderno abbiamo conservato alcuni cibi del banchetto ebraico, dando ad essi un significato diverso:
L’agnello è il Cristo, Dio immolato per noi.
L’uovo è il simbolo della Risurrezione: il Cristo che usci dal sepolcro nel mattino di Pasqua come il pulcino dall’uovo in cui si trova custodito.
La colomba, è l’uccello che si libra sulle acque e, portando un ramoscello di ulivo a Noè (Genesi 8.10,12) annuncia il nuovo patto tra Dio e l’uomo.
Il Nuovo Testamento (Vangeli) narra che Gesù fu crocifisso alla vigilia della Pasqua ebraica.
Nei primissimi tempi del cristianesimo, i cristiani di origine ebraica celebravano la Resurrezione di Cristo (NdR: alla stessa data di quella ebraica, solo successivamente....cambiarono la data...cosi' come molte altre feste...es. il sabato e le 7 feste annuali) subito dopo la Pasqua ebraica, che veniva calcolata in base al calendario lunare babilonese e cadeva ogni anno in un diverso giorno.
I cristiani di origine pagana celebravano la Pasqua ogni domenica.
Nacquero così gravi controversie all'interno del mondo cristiano, che si risolsero nel 325 con il concilio di Nicea in cui si stabilì definitivamente che la Pasqua doveva essere celebrata da tutta la cristianità la prima domenica dopo la luna piena seguente l'equinozio di primavera. Inoltre nel 525 si stabilì che la data doveva trovarsi fra il 22 marzo e il 25 aprile.
La Pasqua cristiana, come viene festeggiata in Italia, è preceduta da un periodo di penitenza: si tratta della Quaresima, che dura 40 giorni e va dal mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo, cioè il sabato prima di Pasqua.
Durante la Settimana Santa nei paesi cattolici si svolgono diversi riti che rievocano la Passione di Cristo: si benedicono le case, si consuma l'agnello pasquale, si distribuiscono uova e dolci a forma di colomba.
Un rito molto diffuso in Spagna e in diverse città italiane è quello della "Processione del Cristo Morto", che si svolge di solito il Venerdì Santo.
In molti paesi si effettuano due processioni in contemporanea: una con il Cristo morto, l'altra con la Vergine Addolorata.
Le processioni partono da due chiese diverse e si incontrano in un luogo preciso, in cui avviene ciò che viene chiamato "l'affrontata", ossia l'incontro di Maria con il figlio defunto.

A Pasqua 
Ricordatevi di mangiare, con massimo rispetto e consapevolezza, le uova (di gallina) della settimana di Pasqua che contengono grandi quantità di Nitro-Filosofico (rugiada) usato dagli alchimisti per preparare l'Aurum potabile o Oro Alchemico, sono uova che non marciscono mai (provate) e che le gallinedepongono la settimana "Santa" - dei cristiani cattolici ed ortodossi - (da qui la tradizione, che si tramanda dai tempi dei tempi, delle galline dalle uova d'oro).
L'usanza di mangiare, il giorno di Pasqua, l'insalatina cicoria e le uova sode non solo è da ricordare solo come tradizione popolare e famigliare ma è un vero e proprio atto terapeutico sacro.  Si consideri l'importanza del nitro filosofico come fine attivatore della forza vitale e della vis medicatrix naturae.
Ricordiamo a tal proposito l'utilizzo dell'Alchemilla (Alchemilla vulgaris auct. ) che è una pianta indicata, secondo la teoria delle signature (signatura rerum), per la circolazione del sangue negli organi (energia vitale) e per la debolezza del sistema immunitario. L'alchemilla è riconoscibile dalle caratteristiche foglie a forma di ventaglio (da 7 a 11 lobi), dentellate e coperte di peli sulla faccia inferiore. Cresce nei prati umidi dell'Europa occidentale e Centrale.
Il nome Alchemi-lla ha una evidente derivazione etimologica che fa riferimento al suo uso da parte degli alchimisti medioevali in riferimento al fatto che questi spiriti illuminati, nella rispettosa ricerca della pietra filosofale, utilizzavano la rugiada (Nitro Filosofico) e sopratutto quella della settimana prima di Pasqua che si deposita al mattino sulle foglie a forma di mano ( l'Alchemilla più ricercata è quella dei sette magici lobi i cui numeri si riferiscono simbolicamente ai sette chakra, alle sette note musicali, ai sette colori dell'arcobaleno, ai sette giorni della settimana ecc...), da loro chiamata "acqua sacra dei cieli".
In Oriente, ma ormai anche in Occidente, è uso sottolineare questo periodo con meditazioni che sono le più importanti di tutto l’anno:  la Meditazione di Pasqua, che festeggia il primo Plenilunio dopo l’Equinozio di Primavera, detta anche “di Resurrezione” perché è il momento in cui tutte le forze della natura risorgono: avremo anche la Meditazione del Wesak o “della Conoscenza” o "del Buddha", si svolge al secondo Plenilunio dopo l’Equinozio e segna il momento in cui, ritualmente, ogni anno, il Buddha torna sulla Terra e distribuisce la forza della sua conoscenza e quest'anno (2008), abbiamo la grande fortuna per cui il Buddha tornerà ben due volte: il 21 aprile e il 21 maggio.
1l 21 la Luna è piena: il primo dei tre pleniluni più importanti dell'anno, quelli che danno la spinta di rinnovamento nell'uomo.
Il Plenilunio di Pasqua, così come la domenica di Pasqua che "cade" in funzione a questo Plenilunio, festeggia la prima Luna piena dopo l'Equinozio di Primavera. Gli altri due Pleniluni sono quello del Wesak (21 aprile e 21 maggio) e quello del Cristo o dei Retti Rapporti Umani (18 giugno).

- Nella religione cristiana ha grande importanza la festività di Pasqua, la "Resurrezione di Cristo" che con il suo sacrificio cancella tutte le colpe umane. Questa festa religiosa nasconde molti simboli e tradizioni di origine pagana, ricordi di altre e ben più antiche festività, poi cancellate dal Cristianesimo.
Per effettuare un esame etimologico della parola “Pasqua” dobbiamo riferirci al termine inglese “Easter” che ci riporta ad antichi culti legati all'avvento della primavera e, in particolare, ad una antica divinità pagana, la Dea Eostre.
Questa Dea non è molto conosciuta e viene ricordata in relazione alla primavera e alla fertilità dei campi. Il nome sembra provenga da "aus "o "aes" e cioè Est, dunque è una divinità legata al sole nascente e al suo calore, del resto il tema dei fuochi e del ritorno dell’astro è un tema ricorrente in tutte le tradizioni pasquali. Eostre è una divinità pagana portatrice di fertilità e collegata all’equinozio di Primavera che veniva chiamato dai celti “Eostur-Monath” e successivamente di “Ostara”.

- Una tradizione tipica della Pasqua è lo scambio delle uova di cioccolato (come riferimento alle uova d'oro di alchemica memoria), in Germania ad esempio vi è l’usanza che i bambini, la mattina di Pasqua, che è chiamata Ostern, vadano alla ricerca, nei giardini delle case, delle uova nascoste dal “coniglio pasquale”; in Inghilterra si fan rotolare sulla strada uova sode colorate fino a quando il guscio non sia completamente rotto. Questa tradizione è fortemente legata al culto di Eostre, infatti nelle tradizioni pagane si celebrava il ritorno della Dea andando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero “magico” del villaggio, usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.

- Simbolo della Dea è la lepre o il coniglio (si trovano spesso i coniglietti di cioccolato con sorpresa nei negozi di dolciumi), animali, scelti non solo per le famose doti riproduttive, ma anche perché, secondo i Germani, le aree nere della luna rappresentano la lepre, sancendo così la sacralità dell’animale.
Anche l’uovo è simbolo di rinascita. L’uovo è un potente talismano di fertilità e vita, come testimoniano molte tradizioni, come le usanze delle uova sacre Russe o Ucraine, dove, cibarsi di questo alimento, celebra la rinascita del sole e il ritorno delle stagioni dell’abbondanza.
La Pasqua, quindi, è una festa dalle origini antichissime che si collega ai rituali naturali e alla sacralità delle rugiade e degli alberi, è una forma di venerazione del principio agreste basato sulla morte e rinascita dello spirito della vegetazione.

- Il Venerdì (detto) Santo si onora il "Cristo" con piante, spighe e fiori, veri giardini realizzati sulla tomba del Dio morto, creando un legame ancora più stretto tra festività e rituali arborei.
Anche la simbologia dell’agnello (o del “capretto”) è strettamente legata al culto arboreo, nello stesso significato della lepre per la dea Eostre. La capra infatti, errando nei boschi, rosicchia le cortecce degli alberi danneggiandoli notevolmente, così solo il Dio della vegetazione si nutre della pianta da esso personificata, e dunque lo stesso animale non può che essere sacro.
Come nel caso delle uova sacre cariche di Nitro Filosofico, gli antichi, mangiando la carne dell’animale, credevano di acquistare e assorbire una parte di divinità. Pertanto il cibarsi di animali sacri per il Dio è un sacramento solenne come la celebrazione di Gesù, rappresentato da  un Agnello che ancora oggi, in molte parti di Italia si consuma: “…io sono l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo…”
Strettamente connesso con i rituali legati alla vegetazione e alla rinascita è la tradizione pasquale di accendere falò: i fuochi di gioia, da cui è derivata la tradizione del cero pasquale. Troviamo in molte altre parti d’Europa e nella stessa Italia l'abitudine di accendere fuochi per gettarne poi la cenere sui campi per propiziare i raccolti.

L'uovo di Pasqua nella storia
(fonte www.siportal.it/)
L'uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero e come simbolo ha subito ogni genere di manipolazione estetica: è stato...
L'uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero e come simbolo ha subito ogni genere di manipolazione estetica: è stato dipinto, intagliato, ricoperto; la sua forma è stata riprodotta con elementi diversi: da quelli commestibili come il cioccolato e lo zucchero, a quelli più duraturi come la terracotta o la carta pesta. Ma mentre le uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere, colorate o dorate hanno un'origine che pesca nel lontano passato.
Le uova, infatti, forse anche per la loro forma e sostanza molto particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità. Già al tempo del paganesimo in alcune credenze il Cielo e la terra erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo del ritorno della vita.
Gli uccelli infatti si preparavano il nido d'amore e lo riempivano di uova: a quel punto tutti sapevano che l'inverno ed il freddo erano ormai passati.
I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno", quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni. L'uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare. E le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di entrare nella loro nuova casa.
Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come come un pulcino esce dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.
Anche nel Medioevo le uova venivano donate, insieme ad altri oggetti, a bambini e servitù per festeggiare il giorno della Resurrezione.
L'usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa di 18p. per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di Pasqua.
Ma le uova più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl Fabergè, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare un uovo d'oro che a sua volta contenva un piccolo pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale.
Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni. E la tradizione continuò anche con lo zar Nicola II, figlio di Alessandro, fino ad un totale di 57 uova.

Pizza di Pasqua di Civitavecchia: la storia e la ricetta
(fonte "Civitavecchia in punta di forchetta" edizione 1990)
- La storia
 Questo dolce ha una vera e propria ”storia” per la particolare cura nella preparazione, tant’e che, tutti i poeti dialettali passati e presenti ce la ricordano. 
Igino Alunni tramanda la ricetta in versi: 
”La pizza che se fa’ a Civitavecchia 
sotto la Pasqua, è cosi combinata: 
zucchero, ova, cannella, cioccolata, 
vino speciale de riserva vecchia;
Ricotta, farina, anice stellata, 
e su base de ’na ricetta vecchia, 
olio de semi, burro e poi ’n ’antecchia 
d’arkermes e vaniglia zuccherata.
Da secoli la fanno i pasticceri, 
donne de casa e pure li fornari, 
perchè sia cosi bona ’nso misteri.
E quanno la magnamo a colazzione, 
pe’ Pasqua, assieme a li nostri famijari, 
ce s’empie er core de sodisfazione”. 
Gli ingredienti vanno preparati con molta attenzione fin dal giorno prima, come ci ricorda Ugo Marzi nei suoi versi: 
”Si, dioneguardi, sbaji in’sti momenti, 
presempio,...un quarzivoja, un ovo guasto, 
quanno che vai a magnalla so’ accidenti, 
senza penza’ che ’r gusto ’n c’e rimasto”. 
La lievitazione della pasta e un altro momento delicatissimo. Le donne usavano disporre i testi su un letto e coprirli con pesanti coperte di lana e l’attesa della lievitazione era un rito. Si rimaneva sveglie tutta la notte, spiando la pasta che cresceva e scaldando le coperte esternamente con un ferro caldo in modo da non far scendere la temperatura sotto le coperte. Era sinceramente una gran fatica come ci ricorda ancora Ugo Marzi in queste strofe: 
”Questa e ’n’ammazzatura, sarvognuno 
si tanto me da’ tanto, ciarimani”. 
C’era un misto di fatica e di passione nel fare questo dolce tradizionale ma tutta la fatica veniva per incanto dimenticata nell’ora ”de la sciorta della Gloria” quando la pizza veniva servita a tavola insieme alle uova sode, il salame, la coratella con i carciofi ed un buon bicchiere di vino per la colazione pasquale
- La ricetta
Ingredienti  
 zucchero            gr.          1000
Pasta di pane    gr.          700
Cannella              gr.          30
Burro    gr.          250
Lievito di birra   gr.          20
Anice    gr.          25
Ricotta  gr.          500
Farina   gr.          2000
Uova     n.            5
Alkermens 1 bicchierino 
Latte 1 bicchiere  
Vermouth un quarto di litro  
Un pizzico di sale  
Preparazione
Mettere a bagno per 12 ore circa l’anice nel vermouth. Amalgamare la ricotta con la pasta del pane, sciogliere il lievito di birra con il latte e unirlo alla pasta. Mettere la farina a fontana sulla tavola e porre I’impasto al centro della fontana. Battere le uova con lo zucchero; sciogliere il burro a bagnomaria e unire il tutto, compresi gli altri ingredienti, al suddetto impasto. Lavorare con molta energia fino al completo raccoglimento di tutta la farina. Lasciar riposare la pasta per circa 2 ore, quindi tagliarla in pezzi e metterla nei testi. Coprire i testi e lasciar lievitare in un posto ben caldo per circa 24 ore. Trascorso questo tempo, pennellare la superficie della pizza con un uovo sbattuto e infornare nel forno caldo, circa 220 gradi, per un’ora.  
Questa e senza ombra di dubbio, con la zuppa di pesce, la ricetta più tradizionale di Civitavecchia.

Da Nord a Sud le tradizioni della Pasqua in Italia
(fonte www. italica.rai.it)
- Romagnano Sesia (NO): la Sacra rappresentazione della Passione
Tre giorni di rappresentazione sacra: dal giovedì al sabato sera Romagnano Sesia, paese di origine medievale in provincia di Novara, rivive il dramma della passione di Cristo lungo le strade e nelle piazze. Più di trecento personaggi mettono in scena i quadri della rappresentazione in luoghi diversi; tutto il popolo, come nei Misteri Medioevali, diventa nel contempo attore e spettatore, realizzando una perfetta fusione tra teatro di strada itinerante e processione sacra.
- Pievepelago (Mo): la festa del Coccin Coccetto
Nel pomeriggio della domenica di Pasqua, con inizio alle ore 15, tradizionale festa del "Coccin Coccetto" con le uova sode colorate. Si tratta di un'antica tradizione dell' Appennino tosco-emiliano, di origini antichissime ed assai coinvolgente nella sua semplicità: due contendenti picchiano tra loro le punta delle loro uova sode, solitamente dipinte con colori vivaci, ed il possessore dell'uovo che si rompe per primo ("cocciato") deve cedere il proprio uovo al vincitore. Un tempo la sfida - quando le uova rappresentavano un piccolo patrimonio - era assai sentita. Oltre al gioco in coppia c'è quello a "fila", con una dozzina di concorrenti posti in cerchio che si affrontano a vicenda, finché non resta un solo uovo intatto. Per il vincitore una scorta d'uova sode "cocciate", con cui cenare per almeno una settimana ...
- Cantiano (Ps): la "Turba"
Le prime testimonianze della "Turba" risalgono al 997. Nel pomeriggio del Venerdì Santo, i cavalieri cominciano il loro carosello. Dopo le tre ore di agonia, appaiono i primi personaggi in costume: verso sera, parte la processione. L'origine risale ai movimenti popolari di invocazione alla pace che si diffusero nelle Marche ed in Umbria intorno alla metà del sec. XIII, portati sulle strade e nelle piazze dalle genti più umili ed in condizioni di miseria, esauste del continuo guerreggiare tra guelfi e ghibellini. Uomini e donne di ogni età si riunirono in processioni e - invocando la santa intercessione della Vergine Madre di Dio - presero a percorrere le strade dell'Umbria, spingendosi fino in Romagna. Anche Cantiano accolse nel 1260 la “turba” di pentiti ed imploranti di ogni età e condizione che, accompagnati dai canti del “miserere”, si flagellavano implorando il perdono ed invocando la pace e la fratellanza. Si formò così la compagnia dei Battuti che, come supremo esempio di penitenza e sacrificio, prese a modello la Passione e Morte del Cristo. Ancora oggi, la sfilata scenica - che segue l'ordine immutabile di Gesù e dei Ladroni, dei Sacerdoti e dei Soldati - per ricordare le antiche origini viene chiamata “Turba”.
- Sorrento (Na): la Processione Bianca
La "Processione Bianca" rappresenta il primo atto della scenografia drammatica della Pasqua a Sorrento, l'inizio della parte centrale della Passione di Cristo che si conclude con la Morte e, successivamente, con la solenne e gloriosa Resurrezione. Nella mentalità popolare, la Processione Bianca rappresenta l'uscita di Maria alla ricerca del figlio, catturato dai nemici e condannato a morte. I partecipanti indossano un saio bianco e recano in processione i "misteri", che rappresentano i "segni" della passione di Cristo, secondo la narrazione evangelica: la lanterna, la borsa, il gallo, il sudario, la corona di spine. Dal 1700 è stata aggiunta la statua della Madonna Addolorata, che viene portata a spalla dai confratelli; a chiusura, il coro del "Miserere" a tre voci, composto da circa duecento persone, che cantano il salmo 50 di Davide.
- Terrasini (Pa): il Sabato Santo
Il Sabato Santo, nelle campagne di Terrasini, tutto il paese si dedica ad un rito particolare, che ha radici antichissime, legate alla celebrazione del risveglio della vegetazione. Un albero selvaggio, generalmente un pompelmo, viene reciso alla radice ed addobbato a festa. Il comitato della festa degli scapoli si occupa della decorazione, che consiste nell'aggiunta di rami posticci ed ornamenti variegati. Tale tradizione si lega a quella della benedizione degli alberi, che conferisce sacralità al ritorno della primavera, momento fondamentale per l'agricoltura.
Wishes...
Italiano: Buona Pasqua
English: Happy Easter
Croato / Croatian:  Sretan Uskrs
French / Francese: Joyeuses Paque
Greek / Greco: Kalo Paska
Dutch / Olandese: Zalig Paasfeest
Portuguese / Portoghese: Boa Pascoa
Russian / Russo: Schastilvoi Paschi
Serbian / Serbo Srecan Uskrs
Spanish / Spagnolo: Feliz Pascua
Swedish / Svedese: Giad Pàsk
German / Tedesco: Frohe Ostern
Yiddish: A fraylekhn Pesah

Arte: Piero della Francesca "Resurrezione"
Described as "the greatest painting in the world"
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Resurrection_(Piero_della_Francesca)


2 Short stories
The mute bells
It is tradition that since the Holy Friday until Easter, the bells of Italian churches don’t play, as sign of pain for Christ  crucified. Also in France there is this tradition and to the children is narrated that the bells has gone to Rome. The Sunday morning while the children watches the sky  to find if they are capable to see the bells that returns, their parents hides the chocolate eggs into the home.
The Finish witches
The Finnish folklore wants that the witches play the violin in the sky between Holy Friday and Easter. Precisely, in some Finnish zones in the Saturday night is usual to light bonfires, to remember the ancient tradition to drive away the witches from own home.

Abballu de li Diavuli - Dance of the Devils
(folclore.it)
On Easter Sunday, from dawn, the town of Prizzi undergoes a metamorphosis: the inhabitants are awakened by groups of children who knock on their doors. Everyone of these kids is wearing a red dress (the devils) except one who is wearing a yellow ocher one (death). These entities, which roam up and down the streets waving the chains, ask relatives, friends and everyone they meet, small amounts of money or fresh eggs or sweets as a handout to free themselves from their raucous and insistent presence. At the joyfulness of the boys contrasts the official group, the one from the organizing committee, made up of specially appointed adults, but still in costume. These are accompanied by an "undercover" (with no costume), who guarantees for them and keep the deals. 25 trad 2The characters are generally three: two represent the demons and one represents death. The devils wear a dyed red outfit, as if to take the color of fire and hell, while on the face they wear an iron mask with a large mouth, from which protrude the tongue and large teeth; the eyes are two small slits which contrast with the big nose. The mask is surmounted by two horns and a goat skin that covers the shoulders and the back of the wearer. The two masks differ for the different colors of the fleece: one is black, the other is white. Both carry pieces of iron chains that are shaken and even bumped against the masks themselves. Different is the character of death. Although he wears a suit of canvas, but tinged with yellow ocher (typically called "giallu morti di Pasqua", yellow Easter dead) while the mask is made by leather, almost simulating a skull with fangs (called "scagliuna") protruding from his mouth. The death brings up an instrument that looks like a crossbow. 25 trad 3The folk-religious representation of the real "dance of the devils", which is also called "u 'ncontru" (the meeting) because of the reason that we will see later, it starts in the early hours of the afternoon. The statues of Christ and the Virgin Mary are arranged opposite one another, at a safe distance. Two angels guard each one of them. Meanwhile, all the people rally into the street, and while the band plays gaily, devils and death roam among the people "capturing" the participants, and, metaphorically, their souls. Those captured are dragged "to hell", as to say to one or more premises where they are offered to be freed upon payment of an offering (the offer is free). After the liberation they are also given the typical Easter Prizzi sweets, the so-called "cannateddi", elaborate works of pastry dough with a boiled egg in the center, or a "shot", depending what the "victim" chooses! Being caught is not that bad: there is in fact those who complain of not being yet and does everything to be kept. Often the "captured" by the devils are forced to dance with them, and so you may find yourself in a circle jumping and dancing with masks following the notes of the band. The event takes place in a sequential manner in certain parts of the village where the devils, located next to the death, try in every way to prevent the meeting ("u 'ncontru") between the statues of the Risen Christ and the Madonna. This is where the real "dance of the devils" takes place. The ritual begins with the rhythmic notes of the band. The statues begin to reach out to one another while the devils and death run and dance towards each other. The key moment is when the three characters are trapped between the two statues with no way of escape, being then stabbed by the swords of two angels and finally allowing the meeting, thus causing the explosion of joy of the audience. The current manifestation retains in the traditional characters and objects obvious traces of several layers of past cultures. The characteristic features of the mask of the devil in fact report to the periods of Greek domination. The significance of the event is about the theme of death linked to the forces of evil: thus a death at the mercy of demonic forces. The arrogance of Evil comes to a point that would prevent and hinder the meeting of the forces of good, it gets strength by the presence of death that tries for some ways to prevent the resurrection of the divine mystery by which Christ has defeated death. The death, the central part of the event, is purged by the presence of evil during the crucial phase of the meeting, where the two devils are pierced by as many angels, freeing up the death to continue his eternal role but not at the mercy of evil.

Easter Symbols and Traditions
(David Johnson and Shmuel Ross)
Christians celebrate Easter to commemorate the resurrection of Jesus Christ. Some aspects of modern Easter celebrations, however, pre-date Christianity.
Ancient Spring Goddess
According to the Venerable Bede, Easter derives its name from Eostre, an Anglo-Saxon goddess of spring. A month corresponding to April had been named "Eostremonat," or Eostre's month, leading to "Easter" becoming applied to the Christian holiday that usually took place within it. Prior to that, the holiday had been called Pasch (Passover), which remains its name in most non-English languages.
(Based on the similarity of their names, some connect Eostre with Ishtar, the Babylonian and Assyrian goddess of love and fertility, but there is no solid evidence for this.)
It seems probable that around the second century A.D., Christian missionaries seeking to convert the tribes of northern Europe noticed that the Christian holiday commemorating the resurrection of Jesus roughly coincided with the Teutonic springtime celebrations, which emphasized the triumph of life over death. Christian Easter gradually absorbed the traditional symbols.
Easter Eggs
In Medieval Europe, eggs were forbidden during Lent. Eggs laid during that time were often boiled or otherwise preserved. Eggs were thus a mainstay of Easter meals, and a prized Easter gift for children and servants.
In addition, eggs have been viewed as symbols of new life and fertility through the ages. It is believed that for this reason many ancient cultures, including the Ancient Egyptians, Persians, and Romans, used eggs during their spring festivals.
Many traditions and practices have formed around Easter eggs. The coloring of eggs is a established art, and eggs are often dyed, painted, and otherwise decorated. Eggs were also used in various holiday games: parents would hide eggs for children to find, and children would roll eggs down hills. These practices live on in Easter egg hunts and egg rolls. The most famous egg roll takes place on the White House lawn every year.
Different Traditions
- Orthodox Christians in the Middle East and in Greece painted eggs bright red to symbolize the blood of Christ. Hollow eggs (created by piercing the shell with a needle and blowing out the contents) were decorated with pictures of Christ, the Virgin Mary, and other religious figures in Armenia.
- Germans gave green eggs as gifts on Holy Thursday, and hung hollow eggs on trees. Austrians placed tiny plants around the egg and then boiled them. When the plants were removed, white patterns were created.
Artistic Creations
The most elaborate Easter egg traditions appear to have emerged in Eastern Europe. In Poland and Ukraine, eggs were often painted silver and gold. Pysanky (to design or write) eggs were created by carefully applying wax in patterns to an egg. The egg was then dyed, wax would be reapplied in spots to preserve that color, and the egg was boiled again in other shades. The result was a multi-color striped or patterned egg.
The Easter Bunny
Hares and rabbits have long been symbols of fertility. The inclusion of the hare into Easter customs appears to have originated in Germany, where tales were told of an "Easter hare" who laid eggs for children to find. German immigrants to America -- particularly Pennsylvania -- brought the tradition with them and spread it to a wider public. They also baked cakes for Easter in the shape of hares, and may have pioneered the practice of making chocolate bunnies and eggs.
Easter Cards
Easter cards arrived in Victorian England, when a stationer added a greeting to a drawing of a rabbit. According to American Greetings, Easter is now the fourth most popular holiday for sending cards, behind Christmas, Valentine's Day, and Mother's Day.
Easter Parades
After their baptisms, early Christians wore white robes all through Easter week to indicate their new lives. Those had already been baptized wore new clothes instead to symbolize their sharing a new life with Christ.
In Medieval Europe, churchgoers would take a walk after Easter Mass, led by a crucifix or the Easter candle. Today these walks endure as Easter Parades. People show off their spring finery, including lovely bonnets decorated for spring.

What Are the Real Origins of Easter?
(Jerold Aust)
Millions assume that Easter, one of the world's major religious holidays, is found in the Bible. But is it? Have you ever looked into Easter's origins and customs and compared them with the Bible?
Easter is one of the most popular religious celebrations in the world. But is it biblical? The word Easter appears only once in the King James Version of the Bible (and not at all in most others). In the one place it does appear, the King James translators mistranslated the Greek word for Passover as "Easter."
Notice it in Acts:12:4: "And when he [King Herod Agrippa I] had apprehended him [the apostle Peter], he put him in prison, and delivered him to four quaternions of soldiers to keep him; intending after Easter to bring him forth to the people."
The Greek word translated Easter here is pascha, properly translated everywhere else in the Bible as "Passover." Referring to this mistranslation, Adam Clarke's Commentary on the Bible says that "perhaps there never was a more unhappy, not to say absurd, translation than that in our text."
Think about theses facts for a minute. Easter is such a major religious holiday. Yet nowhere in the Bible—not in the book of Acts, which covers several decades of the history of the early Church, nor in any of the epistles of the New Testament, written over a span of 30 to 40 years after Jesus Christ's death and resurrection—do we find the apostles or early Christians celebrating anything like Easter.
The Gospels themselves appear to have been written from about a decade after Christ's death and resurrection to perhaps as much as 60 years later (in the case of John's Gospel). Yet nowhere do we find a hint of anything remotely resembling an Easter celebration.
If Easter doesn't come from the Bible, and wasn't practiced by the apostles and early Church, where did it come from?
Easter's surprising origins
Vine's Complete Expository Dictionary of Old and New Testament Words, in its entry "Easter," states:
"The term ‘Easter' is not of Christian origin. It is another form of Astarte, one of the titles of the Chaldean goddess, the queen of heaven. The festival of Pasch [Passover] held by Christians in post-apostolic times was a continuation of the Jewish feast . . . From this Pasch the pagan festival of ‘Easter' was quite distinct and was introduced into the apostate Western religion, as part of the attempt to adapt pagan festivals to Christianity" (W.E. Vine, 1985, emphasis added throughout).
That's a lot of information packed into one paragraph. Notice what the author, W.E. Vine—a trained classical scholar, theologian, expert in ancient languages and author of several classic Bible helps—tells us:
Easter isn't a Christian or directly biblical term, but comes from a form of the name Astarte, a Chaldean (Babylonian) goddess known as "the queen of heaven." (She is mentioned by that title in the Bible in Jeremiah:7:18 and 44:17-19, 25 and referred to in 1 Kings:11:5, 33 and 2 Kings:23:13 by the Hebrew form of her name, Ashtoreth. So "Easter" is found in the Bible—as part of the pagan religion God condemns!)
Further, early Christians, even after the times of the apostles, continued to observe a variation of the biblical Passover feast (it differed because Jesus introduced new symbolism, as the Bible notes in Matthew:26:26-28 and 1 Corinthians:11:23-28).
Moreover, Easter was very different from the Old Testament Passover or the Passover of the New Testament as understood and practiced by the early Church based on the teachings of Jesus Christ and the apostles.
And again, Easter was a pagan festival, originating in the worship of other gods, and was introduced much later into an apostate Christianity in a deliberate attempt to make such festivals acceptable.
Easter symbols predate Christ
How does The Catholic Encyclopedia define Easter? "Easter: The English term, according to the [eighth-century monk] Bede, relates to Eostre, a Teutonic goddess of the rising light of day and spring, which deity, however, is otherwise unknown . . ." (1909, Vol. 5, p. 224). Eostre is the ancient European name for the same goddess worshipped by the Babylonians as Astarte or Ishtar, goddess of fertility, whose major celebration was in the spring of the year.
The subtopic "Easter Eggs" tells us that "the custom [of Easter eggs] may have its origin in paganism, for a great many pagan customs, celebrating the return of spring, gravitated to Easter" (ibid., p. 227).
The subtopic "Easter Rabbit" states that "the rabbit is a pagan symbol and has always been an emblem of fertility" (ibid.).
Author Greg Dues, in his book Catholic Customs and Traditions, elaborates on the symbolism of eggs in ancient pre-Christian cultures: "The egg has become a popular Easter symbol. Creation myths of many ancient peoples center in a cosmogenic egg from which the universe is born.
"In ancient Egypt and Persia friends exchanged decorated eggs at the spring equinox, the beginning of their New Year. These eggs were a symbol of fertility for them because the coming forth of a live creature from an egg was so surprising to people of ancient times. Christians of the Near East adopted this tradition, and the Easter egg became a religious symbol. It represented the tomb from which Jesus came forth to new life" (1992, p. 101).
The same author also explains that, like eggs, rabbits became associated with Easter because they were powerful symbols of fertility: "Little children are usually told that the Easter eggs are brought by the Easter Bunny. Rabbits are part of pre-Christian fertility symbolism because of their reputation to reproduce rapidly" (p. 102).
What these sources tell us is that human beings replaced the symbolism of the biblical Passover and Feast of Unleavened Bread with Easter eggs and Easter rabbits, pagan symbols of fertility. These symbols demean the truth of Christ's death and resurrection.
Easter substituted for Passover season
But that's not the entire story. In fact, many credible sources substantiate the fact that Easter became a substitute festival for the Passover and Feast of Unleavened Bread.
Notice what The Encyclopaedia Britannica says about this transition: "There is no indication of the observance of the Easter festival in the New Testament, or in the writings of the apostolic Fathers . . . The first Christians continued to observe the Jewish festivals, though in a new spirit, as commemorations of events which those festivals foreshadowed . . .
"The Gentile Christians, on the other hand, unfettered by Jewish traditions, identified the first day of the week [Sunday] with the Resurrection, and kept the preceding Friday as the commemoration of the crucifixion, irrespective of the day of the month" (11th edition, p. 828, "Easter").
Easter, a pagan festival with its pagan fertility symbols, replaced the God-ordained festivals that Jesus Christ, the apostles and the early Church observed. But this didn't happen immediately. Not until A.D. 325—almost three centuries after Jesus Christ was crucified and resurrected—was the matter settled. Regrettably, it wasn't settled on the basis of biblical truth, but on the basis of anti-Semitism and raw ecclesiastical and imperial power.
As The Encyclopaedia Britannica further explains: "A final settlement of the dispute [over whether and when to keep Easter or Passover] was one among the other reasons which led [the Roman emperor] Constantine to summon the council of Nicaea in 325 . . . The decision of the council was unanimous that Easter was to be kept on Sunday, and on the same Sunday throughout the world, and ‘that none should hereafter follow the blindness of the Jews'" (ibid., pp. 828-829).
Those who did choose to "follow the blindness of the Jews"—that is, who continued to keep the biblical festivals kept by Jesus Christ and the apostles rather than the newly "Christianized" pagan Easter festival—were systematically persecuted by the powerful church-state alliance of Constantine 's Roman Empire .
With the power of the empire behind it, Easter soon became entrenched as one of traditional Christianity's most popular sacred celebrations. (You can read more of the details in our free booklet Holidays or Holy Days: Does It Matter Which Days We Keep? )
Christianity compromised by paganism
British historian Sir James Frazer notes how Easter symbolism and rites, along with other pagan customs and celebrations, entered into the established Roman church:
"Taken altogether, the coincidences of the Christian with the heathen festivals are too close and too numerous to be accidental. They mark the compromise which the Church in the hour of its triumph was compelled to make with its vanquished yet still dangerous rivals [the empire's competing pagan religions].
"The inflexible Protestantism of the primitive missionaries, with their fiery denunciation of heathendom, had been exchanged for the supple policy, the easy tolerance, the comprehensive charity of shrewd ecclesiastics, who clearly perceived that if Christianity was to conquer the world it could do so only by relaxing the too rigid principles of its Founder, by widening a little the narrow gate which leads to salvation" ( The Golden Bough, 1993, p. 361).
In short, to broaden the appeal of the new religion of Christianity in those early centuries, the powerful Roman religious authorities, with the backing of the Roman Empire, simply co-opted the rites and practices of pagan religions, relabeled them as "Christian" and created a new brand of Christianity with customs and teachings far removed from the Church Jesus founded.
The authentic Christianity of the Bible largely disappeared, forced underground by persecution because its followers refused to compromise.
Easter does not accurately represent Jesus Christ's suffering, death and resurrection, though it appears to do so to those who blindly accept religious tradition. In fact, it distorts the truth of the matter. Easter correctly belongs to the Babylonian goddess it is named after—Astarte, also known as Ashtoreth or Ishtar, whose worship is directly and explicitly condemned in the Bible.
The ancient religious practices and fertility symbols associated with her cult existed long before Christ, and regrettably they have largely replaced and obscured the truth of His death and resurrection.
When confronted with these facts about Easter, many professing Christians might raise this question to justify its continuance: With hundreds of millions of well-meaning Christians observing Easter, doesn't this please Jesus Christ? Yet He has already answered this question in Matthew:15:9: "In vain they worship Me, teaching as doctrines the commandments of men." How will you choose to worship Him—in spirit and in truth, or in fraud and in fable?

Easter Around the World
(David Johnson)
From witches to detectives, Easter traditions vary
Norway's Criminal Habit Uncovered
In Norway, reading detective novels and crime thrillers has become a popular Easter pastime. Paaskekrim (Easter crime) refers to the new crime novels available at Easter. The period from Holy Thursday through East Monday is a public holiday, and many Norwegians take vacations to the mountains, or to the coast at this time. According to folklore professors at the Institute for Cultural Studies at the University of Oslo, the tradition of reading about crime at Easter may stem from the violent nature of Christ's death.
Latvians Break an Egg
Latvians play an Easter egg game in which each person takes a hard boiled, colored egg. Players make pairs and then tap the ends of their eggs together. First the wide ends of the two eggs are tapped together, then the narrow ends, and finally one wide and one narrow end. When a player's egg breaks, he or she leaves the game, which continues until one player is left with an unbroken egg.
Bermuda Lilies Bloom Abroad
Lilies were a symbol of purity for early Christians. The white trumpet lily, known in the United States as "Easter Lilies," were brought from Bermuda around 1900. The trumpet lily blooms in the spring and rapidly became a popular for Easter decorations.
Mexican Village Produces Mega-Play
The passion play in the town of Iztapalapa, near Mexico City, is one of the most famous Easter events in Mexico, drawing one million visitors each year. Following a devastating cholera epidemic in the winter of 1833, the handful of survivors decided to hold the play to give thanks. The productions have become increasingly more elaborate. Everyone in town participates, but leading roles are awarded to those meeting strict height and appearance requirements, and of undisputed good character.

Easter Witches Haunt Sweden
In Sweden, witches were thought to fly their broomsticks to church bell towers on Easter Eve. Especially in western Sweden, children often dress up as hags and visit neighbors, often with an Easter card, hoping for a coin or a piece of candy in return.

Easter in Italy
(Michael San Filippo)
A huge explosion will be detonated Easter Sunday in front of the magnificent green– and white–marbled neogothic church in Florence's centro storico. Instead of running in fear from a terrorist's bomb, though, thousands of spectators will cheer the noise and smoke, for they will be witnesses to the annual Scoppio del Carro—explosion of the cart. For over 300 years the Easter celebration in Florence has included this ritual, during which an elaborate wagon, a structure built in 1679 and standing two to three stories high, is dragged through Florence behind a fleet of white oxen decorated in garlands. The pageantry ends in front of the Basilica di S. Maria del Fiore, where Mass is held. During the midday service, a holy fire is stoked by ancient stone chips from the Holy Sepulcher, and the Archbishop lights a dove–shaped rocket which travels down a wire and collides with the cart in the square, setting off spectacular fireworks and explosions to the cheers of all. A big bang ensures a good harvest, and a parade in medieval costume follows. Tradition and ritual play a strong role in Italian culture, especially during celebrations such as Easter, the Christian holiday based on the pagan festival called Eostur-Monath. No matter what date Easter falls on, there are many ceremonies and culinary customs that are religiously upheld. Some traditions are regional, for instance the art of palm weaving, in which decorative crosses and other designs are created from the palms received on Palm Sunday.
Easter Ceremonies in Italy
At Vatican City there are a series of solemn events that culminate in Easter Sunday Mass. During the spring holy days that center around the vernal equinox there are also many other rites practiced throughout the country that have their roots in historic pagan rituals. In addition, the Monday following Easter is an official Italian holiday called la Pasquetta, so if traveling be prepared for another day of repose.
- Tredozio: On Easter Monday the Palio dell'Uovo is a competition where eggs are the stars of the games.
- Merano: The Corse Rusticane are conducted, fascinating races with a special breed of horses famous for their blonde manes ridden by youths wearing the local costumes of their towns. Before the race, the participants parade through the streets of the town followed by a band and folk dance groups.
- Barano d'Ischia: On Easter Monday the 'Ndrezzata takes place—a dance which revives the fights against the Saracens.
- Carovigno: On the Saturday before Easter is a procession dedicated to the Madonna del Belvedere during which the 'Nzeghe contest takes place: banners must be hurled as far as possible.
- Enna: Religious rites dating back to the Spanish domination (fifteenth through seventeenth century) take place in this Sicilian town. On Good Friday, the different religious confraternities gather around the main church and over 2,000 friars wearing ancient costumes silently parade through the streets of the city. On Easter Sunday, the Paci ceremony takes place: the statue of the Virgin and that of Jesus Christ are first taken to the main square and then into the church where they stay for a week. In Italy, the expression "Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi" is frequently heard ("Christmas with your family, Easter with your own choice of friends"). Oftentimes, this implies sitting down to a dinner that starts with minestra di Pasqua, the traditional beginning of the Neapolitan Easter meal. Other classic Easter recipes include carciofi fritti (fried artichokes), a main course of either capretto o agnellino al forno (roasted goat or baby lamb) or capretto cacio e uova (kid stewed with cheese, peas, and eggs), and carciofi e patate soffritti, a delicious vegetable side dish of sautéed artichokes with baby potatoes. A holiday meal in Italy would not be complete without a traditional dessert, and during Easter there are several. Italian children finish their dinner with a rich bread shaped like a crown and studded with colored Easter egg candies. La pastiera Napoletana, the classic Neapolitan grain pie, is a centuries–old dish with innumerable versions, each made according to a closely guarded family recipe. Another treat is the Colomba cake, a sweet, eggy, yeasted bread (like panettone plus candied orange peel, minus the raisins, and topped with sugared and sliced almonds) shaped in one of the most recognizable symbols of Easter, the dove. The Colomba cake takes on this form precisely because la colomba in Italian means dove, the symbol of peace and an appropriate finish to Easter dinner.
 Uova di Pasqua
Although Italians do not decorate hard–boiled eggs nor have chocolate bunnies or pastel marshmallow chicks, the biggest Easter displays in bars, pastry shops, supermarkets, and especially at chocolatiers are brightly wrapped uova di Pasqua—chocolate Easter eggs—in sizes that range from 10 grams (1/3 ounce) to 8 kilos (nearly 18 pounds). Most of them are made of milk chocolate in a mid–range, 10–ounce size by industrial chocolate makers.
Some producers distinguish between their chocolate eggs for children (sales numbers are a closely guarded secret, but the market for these standard quality eggs is said to be shrinking with Italy's birthrate) and expensive "adult" versions. All except the tiniest eggs contain a surprise. Grown–ups often find their eggs contain little silver picture frames or gold–dipped costume jewelry. The very best eggs are handmade by artisans of chocolate, who offer the service of inserting a surprise supplied by the purchaser. Car keys, engagement rings, and watches are some of the high–end gifts that have been tucked into Italian chocolate eggs in Italy.

Pizza Civitavecchia - Easter sweet bread from Civitavecchia
(crumbsoflove.wordpress.com)
After participating in last months Bread Baking Day, which was hosted by Lisa, I decided to do it again this month.  The challenge?… bread made with eggs. Hosting this month is  Astrid, of Paulchens Foodblog?!  (she was also the host of the BBB this month). Spring is a natural for egg breads with many choices of  ethnic  Easter breads and  challah to pick from. I almost went with Paula Peck’s Polish Babka from the The Art of Fine baking, which calls for 16 egg yolks, but had to change direction after realizing I only had 13 eggs and didn’t feel like going out to the store. Instead, an Italian Easter bread, originating in town of  Civitavecchia, which is a small port town not far from Rome. The recipe is from The Italian Baker by Carol Field, a wonderful book that would make a great addition to anyones library. I loved how it had port, ricotta, and aniseed in the recipe. As usual, I was not prepared and didn’t have a few of the key elements. Like port. Or Ricotta. I really need to get my act together. Moving on… I do have Calvados (which is a favorite of mine) and I have cottage cheese. Hmmmm, will this work?  So I took 1/2 cup golden raisins and soaked them in the calvados about 1 hour before starting this and figured I might as well change it a little more since I was at it. The outcome was a fragrant loaf with a dark, slightly crisp crust with a soft, fluffy interior. Tomorrow’s breakfast= sweet bread french toast!
The original recipe makes 2 tall domed loaves but since that is too much for this small household I have halved the recipe. If you have a digital scale this is the perfect time to use. It is much easier to weigh everything than figuring out what half of 3/4 cup flour is!

Sponge:
2 teaspoons (5 g) active dry yeast
1/4 Cup (60g)  warm water
3/8 Cup (50g)  bread flour (yes, this is half of 3/4 cup)
Mix the yeast and water together; let sit for 10 minutes. Stir in the flour to make a thick paste. cover with plastic wrap and let sit for 1 hour.

Dough:
1 1/2 Cups (210 g) unbleached AP flour
1/8 Cup (25 g) sugar
1/2 teaspoon salt
2 large eggs
5 large egg yolks
2 Tablespoons + 2 teaspoons (37 g) ricotta, pressed through a fine-meshed sieve (or cottage cheese)
1/4 cup port or rum (or calvados)
1/2 cup golden raisins (soaked in the liquor stated above)
1 Tablespoon + 1 teaspoon crushed aniseed
grated zest of one lemon
1/4 teaspoon ground cinnamon
1 stick (4 oz/115 g) unsalted butter, room temperature
1 egg white, beaten, for glazing

Place the flour, salt, sugar, eggs, egg yolks, and the sponge  in the bowl of your mixer with the paddle attachment. Beat for 7 minutes, half on medium, half at high. Add the ricotta, liquor, aniseed, raisins, lemon zest and cinnamon and beat into the dough. Cut the butter into 8 pieces and place on top of the dough. Cover the dough, leaving the butter on top, with plastic wrap and let rise until doubled (about 2 hours).
Beat in the butter with the dough hook until smooth,about 5 minutes.
The “dough”  at this point is more like sticky cake batter and that is what it should be like. Pour it into a well buttered 2 quart souffle dish. Cover with plastic wrap again and let rise until it reaches the top of the mold, 1 to 1 1/2 hours.
Preheat your oven to 400 F 30 minutes before baking.

Brush the top with the egg white. I also sprinkled it with swedish sugar. Bake for 15 minutes then reduce the heat to 350 F. Bake for an additional sixty minutes until golden brown.

Easter Recipes

Italian Easter Vocabulary List
l'agnello—lamb
Buona Pasqua—Happy Easter
il coniglietto—bunny rabbit
la crocifissione—Crucifixion
la pace—peace
la Pasquetta—Easter Monday
la primavera—spring
la resurrezione—Resurrection
la settimana santa—Holy Week
l'Ultima Cena—Last Supper
le uova—eggs
Venerdì Santo—Holy Friday

...continua...

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