Apatani


Le donne della tribù indiana degli Apatani spesso venivano rapite dagli uomini di altre etnie,
così è nata l'usanza di tatuare il viso e inserire grosse placche di legno scuro in fori praticati sul naso in modo da essere considerate brutte e poco desiderabili...

The women of the Apatani Indian tribe were often abducted by men of other ethnic groups,
so began the custom of tattooing the face and put large plates of dark wood in the hole made on the nose in order to be considered ugly and undesirable ...

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The Women of the ApaTani tribe
March of the Apatanis

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Rituale Ropi - Ropi ritual
Ritratti - Portraits

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Italiano & English 



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The Women of the ApaTani tribe
March of the Apatanis

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Rituale Ropi - Ropi ritual
Ritratti - Portraits

Italiano
Gli Apatani vivono in una fertile valle di circa 20 chilometri quadrati nel distretto di Subansiri in Arunachal Pradesh. Gli Apatani hanno pelle chiara, naso prominente, occhi incavati e ovale allungato; gli uomini portano i capelli legati sopra la fronte con un nodo attraverso il quale viene fatta passare una bacchetta di ottone di circa 30 centimetri.
Il tatuaggio è molto comune: abbastanza tipico è quello costituito da una linea orizzontale sotto il labbro inferiore, da cui si dipartono alcune linee verticali che scendono unendosi sul mento.
In un recente passato le donne Apatani venivano spesso rapite dagli uomini Nishi, costrette a lavorare i tessuti e spesso seviziate; infatti, oltre che abilissime tessitrici, erano considerate anche molto avvenenti.
Di seguito a tali accadimenti nacque l’insolita pratica delle donne Apatani di inserirsi dei tappi di legno nelle narici. Piccoli pioli venivano inseriti in etá precoce e crescendo la misura dei tappi aumentava progressivamente fino a raggiungere i 6-7 centimetri di diametro.
Le donne sono tatuate con larghe linee blu che partendo dall’ attaccatura dei capelli scendono lungo il naso, le labbra fino al mento; in genere alla base del mento sono tatuate cinque linee verticali.
La società Apatani era suddivisa in nobili (mite,guth) e schiavi (mura,guchi).
Non esisteva mobilità sociale: uno schiavo, anche se diventava ricco, non poteva mai salire la scala sociale.
Uno schiavo poteva essere venduto per acquistare un bufalo quando era necessario riscattare un parente caduto prigioniero o, se occorreva, comperare animali da sacrificare a una festa o a una cerimonia; uno schiavo adulto poteva valere dai tre ai cinque bufali. Nelle relazioni tra lo schiavo e il suo padrone il linguaggio usato era quello di parentela intima: se il padrone era molto più anziano lo schiavo gli si rivolgeva chiamandolo “padre” o, se era più giovane, “mio giovane fratello”.
Allo schiavo era permesso partecipare alle riunioni sociali e ai divertimenti; il rapporto tra lo schiavo e il suo padrone era improntato da una sorta di paternalismo.
Il padrone non solo era responsabile del benessere dei suoi schiavi, ma anche della loro posizione sociale in quanto erano parte del suo clan.
Malgrado la schiavitù sia stata abolita, le vecchie distinzioni tra classi sono ancora presenti tra gli Apatani e qualsisasi tentativo di passare da una classe a un’altra genera sempre forti contrasti sociali.
La conoscenza di questa gerarchia è fondamentale per la comprensione delle regole religiose nella società Apatani. Anche se le divinità non sono classificate in gerarchie, vi sono moltissimi dei, ognuno con le proprie caratteristiche ben definite. La comunicazione con spiriti e divinità è prerogativa dei sacerdoti (nyibu) il cui apprendistato è lungo e complesso: non tutti possono diventare sacerdoti, ma solo i membri della classe nobiliare.
“Non passa giorno nella valle degli Apatani che un sacerdote o uno sciamano non si metta in comunicazione con qualche divinità o qualche spirito facendo da Intermediario per qualcuno”.
Viene richiesta assistenza agli esseri sovrannaturali per qualsiasi motivo: da una malattia alla costruzione di una casa.
La chiamata sciamanica è caratterizzata dal neli,la capacità cioè di entrare in contatto con la sfera pratica e il mondo invisibile che si ottiene con il distacco dell’anima dal corpo e lo stato di trance.
Vi sono migliaia di esseri sovraumani, e il termine generico per definirli è Ui, ma non sembra che esista una gerarchia, nel senso che tutti hanno uguale importanza, anche se negli ultimi anni il culto di Doni-Polo, cioè Sole-Luna, ha acquisito un importanza particolare.
Questo culto è stato appoggiato dal governo dello stato come argine contro il cristianesimo e il buddismo.
Gli Apatani pensano che esista un mondo aldilà sotterraneo, e che sia esattamente uguale al mondo terrestre, tranne che per l’assenza di sofferenza: infatti gli uomini continuano a lavorare, a coltivare i campi, a raccogliere i frutti della terra e a propiziarsi dei e spiriti con sacrifici .
Gli sciamani visitano il mondo invisibile in sogno, ma quelli che sono particolarmente dotati riescono a entrare in contatto con gli spiriti anche da svegli.
Negli ultimi anni, con la diffusione del cristianesimo, del buddismo e dell’induismo, le credenze in un aldilà tradizionale si sono affievolite: molti bambini Apatani studiano oggi presso le scuole delle missioni; nonostante questo, non molti nel distretto di Subansiri si sono convertiti al cristianesimo.

Festival Myoko
Gli Apatani hanno due grandi festività pubbliche annuali, il Morom e il Myoko, entrambe connesse con l’inizio dell’anno agrario.
Queste due feste hanno una grande importanza sociale e, colui che offre la festa a parenti e vicini aumenta moltissimo il suo prestigio all’interno del gruppo e il suo status all’interno della comunità.
Questo spiega perché le famiglie più ricche aspirino a dare sempre queste feste.
I ricchi che non danno questo tipo di feste sono pubblicamente criticati e chiamati “spilorci”.
I riti Myoko vengono svolti collettivamente da vari villaggi dello stesso gruppo, la preparazione della festa inizia settimane prima ed include anche sacrifici animali.
Il culto dei sacrifici infatti è uno dei più radicati nella cultura Apatani e secondo le credenze locali più efferati e brutali saranno i sacrifici e più gli spiriti che si vogliono propiziare saranno soddisfatti; ad esempio una sorte macabra tocca ai maiali, che vengono schierati in modo che possano vedere ciò che li attende e tra urla quasi umane sacrificati uno ad uno; sventrati vivi i loro cuori vengono strappati dalle viscere ancora pulsanti e accelerati. Dopo aver assistito per l’ennesima volta a questo orrendo spettacolo oltre che al sacrificio di altre specie animali (cani,volatili,scimmie) mi sentii nauseato da tanta inutile violenza, nonostante io sia vegetariano e a favore dei diritti degli animali mi dovetti però arrendere all’idea che le cose non cambieranno in tempi brevi, infatti i bambini vivono tali eventi come feste e la loro tradizione a oggi non prevede e quindi non insegna la pena nei confronti di esseri non umani.

English
In northern India, in a fertile valley in the Subansiri District in Arunachal Pradesh, live people with fair skin, protruding noses and oval shaped face: the Apatans.
The most striking characteristic is that they have their faces tattoed. One of the most frequent tattoos is the with an oriental line beneath the lower lip, from which originate several vertical lines that encounter on the chin.
The women’s tattoo consists of vertical blue lines that go from the hairline to the nose, the lips and the chin. Generally at the end of the chin women have tattooed five vertical lines.
Men wear their hair tied on top of their head, with a hole in the middle where they usually put a 30 cm brass stick. What catches the attention, however, is the way in which Apatan Women put corks in their nostrils which causes dilatation and ruins the harmony of the face.
In the recent past Apatan Women were often kidnapped by nearby tribal members and forced to work spinning wool , they were also raped because they were considered very skillful weavers and very attractive women.
The apatan social scale composes of: aristocrats (mite; guth) and slaves (mura, guchi). There were no social nobility: a slave, even if a rich one, wasn’t allowed to climb the social scale.
A salve could be sold in order to purchase a buffalo that could be a ransom for a kidnapped family member or to purchase sacrifice animals for a party or a ceremony. An adult slaves worth was between three and five buffaloes. The language used between slave and master was the familiar one: if the master was older than the slave, the latter would call him “father”, and if the master was younger “my younger brother”.
The slaves could attend to local reunions and entertainments. The relationship between slave and master was based on some kind of paternalism: the master was responsible of the well being of his slaves and for their social position.
Even if slavery has been prohibited, there is still some discrimination between the former social classes and the attempt to climb the social scale, is often obstructed.
In order to understand the religious rules in the Apatan society, one must know that their social scale is based on hierarchy.
There are many gods, distinguished by their own powers and characteristics.
The communication with the spirits is the shaman’s prerogative (nyibu). Their apprenticeship is a long and difficult process, not everyone has what it takes to be a shaman and its a job reserved for the upper class.
The religious call consists in the “Neli”, the skill to come into contact with the practical sphere and the invisible world. The neli can be achieved by detaching the soul from the body and going into trance.
The shaman come in contact with the invisible world during their dreams but it is believed that they can contact the spirits even if they are awake.
” not a day goes by in the Apatan community in which a shaman, as someone intermediary, doesn’t come to contact with a god or a spirit.”
The Apatans seek the spirit guidance for all number of reasons: from the house-biulding to an illness.
There are thousands of supernatural beings and the greek word to define them is “ui” but it doesn’t seem to be a hierarchy. Every one of them matters, even if in the latest years the worshiping of Doni-Polo (sun and moon ) base become more and more important.
This worshiping has been allowed by the indian government, as an effort to narrow down the christian religion and the buddism.
The Apatans believe in the existence of an underground after life world that is the exact copy of our world, but without all the suffering: in this underground world men can work, farm, pick fruits and sacrifice to the gods.
In the last few years because of the spreading of Christian religion, Buddism and Induism, those belief s are less strong than they used to be: lots of Apatan kids are studying in catholic schools. Despite thath not many people in the Subansiri district have converted to christian religion.

Myoko Festival
The Apatans have two massive festivals, Morom and Myoko, both related to the beginning of the agriculture. These two holidays have a great social meaning and the man that hosts the festivities for neighbors and relatives can substantially increase his social status within the community. That explains why the richest families always throw this kind of party. The rich families that refuse to host these parties are publicly criticized and called “penny pinchers”. The Myoko rituals are performed collectively in a handful of villages by the same group of people. The planning for the ritual takes weeks to finish and it also includes animal sacrifices. The sacrifices are very deep rooted in the Apatans traditions and according to the popular beliefs of the locals, the more the sacrifices are brutal, the more the spirits they want to please, are happy.
For instance, a macabre destiny is reserved for the pigs, they are lined up, so they can figure out what’s going on, and then they are brutally sacrificed. Their hearts are ripped out from them.
After witnessing this (and a lot more ) i was nauseated, with that useless amount of violence.

Despite being vegetarian and on behalf of animal rights, i have to surrender to the evidence that things are not going to change in a short amount of time. The kids feel the massacres are holidays and a tradition, up to now, doesn’t give much importance to animal rights.

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